Questa la Storia dle Milite Ignoto, così come da allegato alla delibera del Comune di Cefalù che conferisce la Cittadinanza Onoraria al Milite Ignoto che Riposa nell’Altare della Patria di Roma. Alla fine della guerra molti dei corpi che furono traslati nei cimiteri militari rimasero senza nome, 60.000 sono infatti, i militi ‘ignoti’ che riposano nel sacrario militare di Redipuglia. A guerra finita, ogni nazione volle onorare simbolicamente la memoria dei propri caduti ignoti attraverso un monumento eretto a ricordo del sacrificio di tali uomini “scomparsi” e che pur
fecero la Storia dell’Europa del XX secolo.
– In Italia, fu il Colonnello Dohuet a suggerire, nell’agosto del 1920, la sepoltura di un milite senza nome al Pantheon, l’edificio dedicato alla sepoltura dei reali d’Italia quasi a volerne dimostrare il pari prestigio e la pari nobiltà. La proposta fu accettata l’anno seguente, ma al posto del Pantheon per la sepoltura fu indicato l’Altare della Patria.
– Nell’ottobre del 1921 vennero scelte delle salme di soldati senza nome, provenienti da cimiteri di guerra o dai luoghi di battaglia dove i combattimenti erano stati più cruenti: Rovereto, le Dolomiti, Asiago, il Monte Grappa, il Montello, il Cadore, il basso Piave, il Basso Isonzo, Gorizia, il Monte S. Michele e il Carso. Le bare, tutte identiche e perciò non distinguibili, furono trasferite prima a Udine e poi nella Basilica di Aquileia. Qui, rivestite dalla bandiera tricolore, poco prima della scelta furono ulteriormente spostate fra loro, per garantire l’assoluta imparzialità nella scelta rispetto alla loro zona di provenienza. Il compito della scelta della bara
fu affidato a Maria Bergamas di Gradisca d’Isonzo, madre di Antonio, soldato dell’esercito austro-ungarico che aveva abbandonato per unirsi all’esercito italiano col nome di Antonio Bontempelli. Antonio morì in combattimento sull’altopiano di Asiago, dove il suo corpo andò disperso. Questo rito compiuto da Maria, madre di un milite ignoto, l’ha trasformata nella
madre simbolica di tutti i militi ignoti d’Italia.
Il 28 ottobre Maria Bergamas, durante la cerimonia di selezione del feretro – che sarebbe stata traslata fino a Roma, all’altare della Patria, sopraffatta dal dolore e dall’emozione, si posò sulla decima bara, mentre i dieci restanti corpi furono sepolti nel cimitero di Aquileia, dove dal 1953 riposa anche Maria Bergamas.
– La bara, caricata su un carro ferroviario aperto, affinché la gente potesse renderle onore durante il suo viaggio verso Roma, fu scortata da reduci decorati con medaglia d’oro. Il viaggio del feretro verso Roma durò dal 29 ottobre al 2 novembre attraversando molte città, che ebbero l’onore di omaggiare il milite ignoto. Arrivato a Roma, fu condotto alla chiesa di S. Maria degli Angeli e Martiri ed esposto al pubblico per tutta la notte sotto lo sguardo vigile della Guardia d’Onore. Le esequie solenni furono celebrate dal Vescovo di Trieste, che aveva accompagnato il feretro nel suo viaggio fin da Aquileia avendolo benedetto con le acque del Timavo, fiume di confine del fronte orientale.