L’addio al Vescovo Rosario Mazzola, figura indimenticabile per la comunità cefaludese, è vivo nel ricordo del diacono Salvatore Piazza. Ed è proprio Salvatore, testimone privilegiato, a ridarci i contorni di un uomo di fede nel sesto anniversario della sua morte avvenuta il 24 dicembre del 2018. Mazzola è stato un maestro che ha saputo insegnare con lo zelo e la generosità del suo annuncio, sempre limpido e appassionato.
Prima che il tempo scrivesse la parola fine su quella lunga amicizia, il diacono Piazza e il Vescovo avevano percorso insieme un tratto importante di strada. Negli ultimi tre anni della vita del presule, la loro relazione si era approfondita, svelando un pastore innamorato della propria Chiesa, lucido e chiaro nelle parole, rigoroso nel servizio. Non erano mancate le occasioni di incontro, dal giorno in cui il Vescovo, offrendo un caffè con la sua consueta gentilezza, aveva chiesto a Salvatore di collaborare alla celebrazione della Messa la domenica, fino a quel pomeriggio d’estate, il 16 luglio 2016, quando, per l’anniversario dell’ordinazione presbiterale del vescovo, la gioia si era mescolata alla gratitudine di chi aveva imparato a conoscerlo da vicino.
È in questo intreccio di ricordi e di piccoli gesti che si delinea la personalità del Vescovo Rosario: una presenza costante, un riferimento che ha accolto, guidato, formato. Le celebrazioni nella cappella di Villa Maggio, la gente che si accalcava tra corridoi e gradini, il suono di parole antiche pronunciate con fervore, tutto si mescolava all’immagine di un uomo che, nonostante la malattia, non aveva mai rinunciato a fare il bene.
A guardare i fatti, ciò che emerge è la testimonianza di un servizio paziente e costante. Il Vescovo Rosario non si era mai sottratto, né nelle occasioni solenni, né nelle messe domenicali dal carattere più intimo. Secondo il diacono Piazza, ogni domenica insieme ad altri fedeli si riunivano, trasformando quegli incontri in momenti di comunione autentica. I partecipanti, provenienti da Cefalù e Lascari, formavano un popolo in ascolto, attirato dalla parola limpida del presule, dal suo rigore e dalla sua infinita dedizione alla liturgia.
Non è solo Salvatore Piazza a custodire questi ricordi: quanti hanno conosciuto il Vescovo Rosario confermano la sua indole, la fermezza delle idee, il coraggio di testimoniare fino alla fine. Le mani benedicenti, la voce intensa, la capacità di creare legami e di dare fiducia ai giovani collaboratori restano impressi nelle memorie di quanti lo hanno incrociato. La notizia della sua scomparsa tocca le corde più profonde della comunità diocesana, e l’ultimo saluto, quella sera del 18 dicembre, resta come un filo sospeso tra terra e cielo. Il diacono lo aveva trovato intubato, apparentemente assente, eppure ancora capace di un ultimo gesto di benedizione.
Anche le istituzioni, i fedeli e coloro che avevano vissuto i momenti formativi come i ritiri dell’Azione Cattolica del settore Adulti, ricordano il Vescovo Rosario come un punto fermo: qualcuno che, con semplicità, sapeva dire “ti ordinerei Diacono subito” accendendo speranze e spingendo a migliorarsi, ma sempre nel rispetto dei percorsi formativi richiesti.
Oggi, a distanza di tempo, l’eredità del vescovo Mazzola rimane intatta nella memoria di chi l’ha incontrato. Il diacono Salvatore Piazza, con questa sua testimonianza, non ha fatto che restituire un ritratto sfaccettato e intenso di un maestro di fede, un uomo dalla vita piena e appassionata. Ciò che rimane è la gratitudine, la speranza e la consapevolezza di aver ricevuto, nel cammino della propria formazione umana e spirituale, un dono prezioso. E, in fondo, questo ci fa comprendere come la presenza di guide come il Vescovo Rosario non si estingua con la morte, ma continui a nutrire, con una benedizione silenziosa, il cuore di chi resta.