Leggenda di arlecchino e filastrocca di carnevale

Da piccola mi raccontavano la leggenda di come era nata la maschera di Arlecchino. Allora non si indossavano eleganti abiti con merletti e parrucche o costumi di eroi spaziali, ma semplici e goffi vestitini confezionati in casa dalle mamme che con niente creavano un personaggio e rendevano allegri e felici i bambini.
Un pezzo di taffettà nera diventava il mantello di Zorro con la sua grande Z colore oro, un po’ di frange cucite alle maniche di una giacca e lungo le gambe dei pantaloni facevano un cowboy, una gonna lunga, un cappello in testa e un cestino con fiori o frutta e si era una contadinella. Qualcuno più elegante era una fatina o un principino. A scuola si stava preparando la festicciola in maschera e per le prove tutti i bambini indossavano i loro costumini, solo uno di loro non ce lo aveva: la sua mamma non aveva la stoffa necessaria per confezionarlo. Così se ne stava rannicchiato e triste in disparte, poiché i compagnetti quasi lo schernivano. Ma la maestra li ammonì severamente: i bimbi non parlarono e rimasero ammutoliti e quando stavano per tornare a casa la maestra spiegò loro che non tutti possono avere ciò che altri hanno, non per questo bisogna evidenziare le loro necessità, anzi, per quanto ci è possibile, aiutarli e sostenerli.
Quelle parole colpirono la sensibilità di quei ragazzi che si immedesimarono tanto che il giorno dopo ognuno di loro portò al piccolo un pezzo della stoffa del proprio costumino affinché la sua mamma potesse imbastirgli una maschera, ma si accorsero che ogni pezzetto era piccolo, non abbastanza per fare una manica o una gamba e poi erano anche tutti pezzi di colore diverso. Cosa si sarebbe potuto fare? Il ragazzino contento li accettò ed afferrati i pezzi di stoffa corse dalla sua mamma, lei era così brava che avrebbe certo creato qualcosa.
Con molta pazienza la mamma unì un pezzetto di stoffa accanto all’altro, tutti i colori diversi e ben distanziati, così da ottenerne un bel pezzo di stoffa molto colorato col quale confezionò un bellissimo pigiama per il suo bambino.
Fu così che nacque il costume di Arlecchino.

Da questa leggenda ho scritto questa filastrocca per bambini, sono sicura che non tanti conoscono la leggenda e ancor meno la filastrocca, mi piacerebbe che la leggessero.

ALLEGRIA E BONTÀ

È arrivato Carnevale
tutti in strada a festeggiare
per la gioia dei bambini
tante e tante mascherine.

Un vestito un po’ più lungo
qualche velo sui capelli
un nastrino e un fiocco aggiunto
tutti i bimbi sono belli.

E stelline d’oro e argentate
sulle vesti delle fate,
costumini improvvisati
di guerrieri e di pirati,

di damine e capitani
e di zingari e sovrani,
Biancaneve e Cappuccetto
e Pinocchio ed un folletto.

Ma un bimbo poverino
non ha nulla da indossare
non facciamogli dispetto
aiutiamolo a sognare…

Ogni maschera contenta
offre in dono a quel bambino
un pezzetto della stoffa
del suo allegro costumino.

E così, sempre ogni anno
si rinnova la leggenda:
per l’amore ad un bambino
nasce il costume di Arlecchino.

Tutti allegri finalmente
una gioia senza eguale …
Se durasse eternamente
questo pazzo carnevale !!!

Mimma Di Francesca

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