Il relitto bizantino della Calura: un tesoro sommerso a Cefalù

Al largo del promontorio della Calura, a est di Cefalù, giace silenzioso uno dei più affascinanti relitti dell’epoca bizantina. Scoperto negli anni ’80 e datato tra VI e VII secolo d.C., questo antico scafo – lungo oltre 35 metri – riposa a pochi metri di profondità, celato da un tumulo di pietre di zavorra. Il sito archeologico, protetto naturalmente dalla conformazione della costa, ha restituito un ricco campionario di reperti: anfore orientali, ceramiche da mensa, utensili di bordo, frammenti di sovrastrutture navali e persino un’accetta del carpentiere, simbolo del mestiere nautico.

Gli studiosi ipotizzano che si trattasse di un’imbarcazione militare bizantina – forse un dromone, il vascello da guerra simbolo della talassocrazia dell’Impero d’Oriente – che trasportava anche ceramiche e beni di consumo per l’equipaggio. Non mancano indizi di un naufragio violento: tracce di fuoco, probabili urti contro gli scogli, e resti di legname appena sbozzato che testimoniano una costruzione rapida e funzionale.

Questo relitto, unico in Sicilia per dimensioni e stato di conservazione, racconta una pagina cruciale della storia marittima del Mediterraneo, quando Cefalù era un importante avamposto strategico e commerciale.

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