Gregorio Ugdulena: luci ed ombre di un grande termitano

Il 20 aprile di duecento anni fa (1815-2015) nasceva a Termini Imerese, Gregorio Ugdulena – Biblista, Politico, Uomo del Risorgimento – abbiamo chiesto allo storico termitano, il Generale Mario Piraino, di parlarci di questo importante anniversario e offrire ai lettori una breve biografia di questo nostro illustre concittadino.

«Oggi si celebra il bicentenario della nascita di monsignore Onofrio Gregorio Ugdulena. Nato a Termini Imerese il 20 aprile 1815, nella via che oggi porta il suo nome, all’attuale numero civico 78, dove, a sinistra, del portone, in alto, è collocata la lapide che ne ricorda la nascita. In occasione della ricorrenza del bicentenario, presso il liceo classico. Gregorio Ugdulena, questa mattina, con inizio alle ore 10.30 e chiusura presunta alle 12.30, si svolgerà un convegno sull’illustre termitano. Il programma delle attività prevede, dopo i rituali saluti della Dirigente Scolastica dottoressa Nella Viglianti e del Sindaco Dottor Salvatore Burrafato, l’apertura dei lavori con interventi del Prof. Salvatore Mantia che parlerà di: Cenni biografici su Gregorio Ugdulena; del Dott. Enzo Giunta che tratterà di: Gregorio Ugdulena uomo del risorgimento; del Prof. Mariano Natoli che illustrerà la figura di: Gregorio Ugdulena parlamentare; Prof. Mons. Francesco Conigliaro, concluderà gli interventi analizzando: Gregorio Ugdulena.

L’uomo, il biblista, il parlamentare. I lavori saranno coordinati dalla Professoressa Violante Valenti Nel pomeriggio, il Comune di Termini Imerese, in collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Termitano, ha predisposto uno speciale annullo postale, a Piazza Duomo, dalle ore 16,00 alle 20,00. Su Gregorio Ugdulena sono stati scritti, nel tempo, diversi libri, tra cui: Gregorio Ugdulena nel Risorgimento italiano (1815-1872) scritto da Giuseppe De Stefani; Gregorio Ugdulena ricordi biografici Scritto da Francesco De Beaumont; Vita politica di Gregorio Ugdulena, Scritto da Alfonso Sansone; Di Gregorio Ugdulena breve ricordo, Scritto da Antonino Salinas; Elogio funebre di Gregorio Ugdulena deputato al Parlamento nazionale … nel cimitero di Termini – Imerese scritto da Francesco Ciofalo); Biografia di Gregorio Ugdulena, Scritto da Salvatore Mantia (in A. Contino & S. Mantia, Dallo studium Medievale al Liceo classico “Gregorio Ugdulena”, Celebrazioni per il centenario del Liceo Gregorio Ugdulena (1907-2007), Termini Imerese, 18 dicembre 2007); Qualche altro libro, recentemente scritto da autori locali.

Ma chi era Gregorio Ugdulena? in attesa degli esiti del convegno, lo ricordiamo ai cittadini, citando le note biografiche pubblicate sul sito del Comune di Termini Imerese: Nacque il 20 aprile 1815 nella via che oggi reca il suo nome, già Via “Del Cavaliere” e più comunemente nota come “a strata Cavaleri”, in un palazzetto oggi contrassegnato con il civico 78 dove oggi dimora, uno dei più variopinti e colti intellettuali termitani, di fama internazionale. Al battesimo, venne chiamato: Onofrio Gregorio Mariano Carmelo Simone Filippo Neri Salvatore) i suoi genitori erano, don Antonio e donna Rosalia Scolaro. Al fonte battesimale padrino fu don Giuseppe Palmisano (il nonno di Baldassàrre Romano).

Studiò presso il Liceo Termitano. Ugdulena, fin dalla più tenera età dimostrò di essere in possesso di un’intelligenza superiore, tanto che concluse in notevole anticipo tutti i corsi di studio. Laureatosi in Teologia, e in Diritto Canonico, sacerdote, già a 19 anni insegna al Liceo di Termini Imerese, successivamente, fu insegnante di ebraico e sacra scrittura all’Università di Palermo. Numismatico ed archeologo, conosceva ben nove lingue fra cui, perfettamente, l’ebraico, l’inglese, il francese, il tedesco e lo spagnolo. Il suo spirito profondamente liberale, pur nell’ambito di una monarchia costituzionale, lo colloca tra i più valorosi personaggi risorgimentali d’Italia.

 

 

Sacerdote, distinse subito la sua missione pastorale e spirituale dalle esigenze di libertà che, a quei tempi, non andavano molto d’accordo. Nel 1848 partecipa ad un’insurrezione e riveste le cariche di membro del Comitato Generale e Vicepresidente del sottocomitato per la giustizia, il culto e la sicurezza pubblica interna. Fu, quindi, Deputato alla Camera dei Comuni e Cappellano Maggiore del Regno (con rango Vescovile). Con la restaurazione borbonica, (nel 1849), non essendo fuggito, ebbe gli arresti domiciliari a Termini Imerese e poi (dopo essere stato arrestato dal Capo della Polizia Borbonica, il feroce aguzzino, Maniscalco, la domenica, in piazza Duomo, dopo aver detto messa). Fu portato, in catene, nel confino di Mazara del Vallo, a Marsala e, quindi, a rinchiuso nel tristemente noto carcere di Favignana (dal 1850 al 1856 soffrì la destituzione e il carcere per la sua partecipazione all’insurrezione palermitana del 1848). Nel 1860, con la venuta di Garibaldi, Lui ed i due suoi fratelli, fece parte del Comitato Rivoluzionario garibaldino), prima come Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Provvisorio di Sicilia e poi come Ministro del Culto.

Entrato in contrasto con il Generale Giuseppe La Masa, per motivi elettorali, fu costretto ad emigrare a Mazzara del Vallo e venne eletto Deputato al Parlamento Italiano, prima del Distretto di Marsala e poi, quando La Masa, divenuto cieco, fu costretto al ritiro, in quello di Termini Imerese, nel 1865 fu nominato Professore di greco nell’Istituto di studi superiori di Firenze e membro del Consiglio Superiore dell’Istruzione Pubblica. Dal 1870 insegnò greco ed ebraico nell’Università di Roma. Fu, inoltre, Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro e Socio dell’Accademia di Scienze e Lettere di Palermo. Fra le sue maggiori opere La Sacra Scrittura in volgare riscontrata nuovamente con gli originali ed illustrata con breve commento e Studio delle monete punico-sicule. Collaborò anche alla “Nuova Enciclopedia Popolare Italiana”.

Morì a Roma il 2 giugno 1872, un po’ in ombra perché, da spirito libero quale era rimasto, non si era mai “intruppato”, anzi aveva fatto interventi in Parlamento non graditi all’una ed all’altra parte del Tevere. Quintino Sella, commemorandolo alla Camera, lo definì un luminare della scienza italiana. Giunta la salma a Termini Imerese, i solenni funerali furono disertati da quasi tutto il clero, allora largamente borbonico e papalino, in quanto nell’Ugdulena si vedeva l’assertore di pericolosi principi liberali. In tal modo, l’uomo che sarà elogiato dal cattolicissimo Manzoni e dal fondatore del Partito Popolare, Don Sturzo, pagò, anche da morto, per i suoi ideali. La stessa stampa locale non fu particolarmente prodiga, infatti, il “Giornale di Sicilia”, annunziandone la morte con un modesto articolo, si limitò a definirla una perdita dolorosa per l’Italia e per le lettere, di cui era uno dei più splendidi rappresentanti. Delle persecuzioni, del carcere, del confino nell’isola di Favignana (che allora non era l’attuale splendido luogo di villeggiatura), del disprezzo dei Borboni, passati agli ordini della nuova dinastia sabauda, neanche una parola! I termitani si aspettano che, da questo illustre convegno, e dai relativi atti, finalmente si possano diradare le ombre che da troppo tempo offuscano la figura di Gregorio Ugdulena».

Si ringrazia per il materiale iconografico il Generale Mario Piraino

Giuseppe Longo
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