Sono tre i palermitano già iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Palermo per i tweet e i post su Facebook con insulti e minacce al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il sostituto procuratore Geri Ferrara e l’aggiunto Marzia Sabella hanno formalmente indagato i tre (a vario titolo) per istigazione a delinquere, attentato alla libertà e offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. Il numero degli indagati sembra destinato ad aumentare nelle prossime ore: la Digos ha già segnalato alla procura, diretta da Francesco Lo Voi, un centinaio di altri messaggi con minacce e offese al capo dello Stato. Per tutti sono state avviate le procedure di identificazione. Tra i post sotto osservazione ci sono pure quelli di una professoressa palermitana. I post sono scomparsi ma dopo che gli uomini della Digos avevano fatto tutti gli sreenshot delle pagine. Un reato gravissimo punito con una reclusione da cinque a quindici anni di carcere, che prevede persino l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare. L’eventuale processo si svolgerebbe in Corte di assise.