100 cefaludesi: Vincenzo Curreri, il maestro che ha cantato l’amore per Cefalù

Vincenzo Curreri è nato a Cefalù il primo settembre del 1914. Tre sono state le passioni della sua vita: la musica, il ciclismo e l’amore per la sua città. La prima passione si rivela fin dalla giovane età. A otto anni conosceva gli accordi della chitarra, a sedici componeva i suoi primi motivi musicali, a ventisette faceva ascoltare le sue prime composizioni musicali, a trentasei i giornali scrivevano di lui che era un musicista affermato. A far nascere la voglia di comporre è stata la sua seconda passione: il ciclismo. Quando giovane correva in bici fra le solitarie strade delle Madonie, infatti, componeva senza saperlo i primi motivi musicali, le sue prime melodie erano dedicate ai ciclisti famosi come Binda e Guerra. Grazie al suo amico Lorenzo Noto apprende il linguaggio musicale e a diciotto anni compone la sua prima canzone: II vero amore, dedicata alla mamma. 

Nella vita di ogni giorno Vincenzo faceva il capomastro. Quando deve lasciare la sua Cefalù per assolvere agli obblighi di leva viene inviato a Reggio Emilia. Qui incontra alcuni maestri. Alla scuola del concertista Eber Romani si perfeziona nel suonare la chitarra. Dal maestro di violoncello Carlo Grassi viene incoraggiato a proseguire nella strada della musica. Nell’aprile del ’41 incontra i maestri Beniamino Gigli e Sara Scuderi. Nel cuore della pianura Padana oltre a tanti musicisti incontra anche Ede Bonoretti della quale si innamora portandola all’altare. Dal loro amore nascono Salvatore, chiamato affettuosamente Totuccio che ha seguito le orme del papà diventando anch’egli un famoso cantautore musicista, e le gemelle Anna Maria e Maria Luisa. Nel 1950 la rassegna mensile di cultura «Pensiero ed Arte» pubblica un articolo su Curreri che titola «Un musicista siciliano»

Tornato a Cefalù sboccia la sua terza passione. Alla sua città dedica alcune canzoni che presto diventano famose: Cefalù mia, a cifalota, serenata cefaludese, benvenuti a Cefalù, li rosi du villaggiu. Le canzoni girano soprattutto fra i turisti e vengono presto incise da alcuni gruppi folk siciliani. La passione per la musica esplode. Curreri partecipa a diversi festival. Nel 1954 partecipa a Bagheria al festival della canzone siciliana con la canzone «Aspra mia», incisa dalla Foni. Due anni una sua canzone viene scelta per partecipare a Roma al Festival della Canzone Italiana. Qualche mese dopo partecipa al festival della canzone siciliana che si svolge a Palermo. Vince il terzo premio con la canzone in siciliano «Scecchi e mutura» e il secondo premio per quella in italiano «Un siciliano emigra» cantata da Carla Boni con l’Orchestra di Nello Segurini. Il festival palermitano è presentato da Corrado e viene trasmesso dalla Rai.  Anche al festival di Roma per Curreri arrivano successi. La sua canzone «Autunno triste» viene indicata come la migliore della serata. Il trionfo arriva nel 1957 quando Nilla Pizzi canta la canzone «Una pastorella sogna». La stessa cantante la incide per la Rca italiana. Da questo momento le canzoni di Curreri girano per i festival e ovunque ottengono successi. A piazzarsi fra i primi posto sono testi come «Sei tu malinconia», «La culla dei Sogni», «Nostalgica età», «Torna primavera». La canzone «Partigiano» viene interpretata e registrata dal Coro dell’anpi di Reggio Emilia mentre la canzone «Cefalù mia» è incisa da Aurelio Fierro per la Durium Edizioni Curci di Milano. Su questa canzone arriva un articolo per la rivista «Sorrisi e Canzoni». La Fonit Cetra intanto incide altre due sue canzoni: «Amuri e Fantasia» e «Così non va». Collabora con Vincenzo D’Acquisto autore della famosa canzone «L’edera».

Nel 1957 Curreri presenta la canzone “Pastorella sogna”, cantata da Nilla Pizzi. E’ il trionfo. Conquista il secondo posto. La canzone viene incisa dalla stessa Pizzi per la R.C.A. italiana. Seguirono altri Festival e tante altre canzoni: “Sei tu malinconia “, “La culla dei Sogni”, “Nostalgica età”, “Torna primavera”, “Mi maritai”, “ Tarantella twist”, “ Cifalotu”, “La strada del ponte” (testo di V. Verderajme cifalutano residente a New Orleans). Si piazzano sempre tra i primi posti. Quando muore la mamma, Vincenzo trova l’ispirazione per scrivere e musicare la canzone «A Mamma». In occasione della Trinacria d’Oro, nella quale Cefalù trionfa con la canzone Cefalù mia, il maestro Curreri musica «Benvenuti a Cefalù» con un testo scritto dal cefaludese S. Di Paola. La canzone «Sono piccola» vince l’edizione Teen-Ager, mentre una romanza, affidata al paroliere Giuseppe Di Francesca, dal titolo «Chi cerchi», viene incisa da Melo Caruso. La commovente canzone «Grazie Papà» con il testo di Mario La Grua, viene presentata al Cantamare.

A cinquant’anni mette su un’orchestra e si esibisce nei locali affollati di turisti. Viene accolto al Club Mediterranee insieme al figlio Totuccio che suona la fisarmonica. Proprio il figlio arrangia alcune sue canzoni. Vengono registrate ed incise in musicassette: «Na valigia china di suli» cantata da Melo Caruso, «La cattiveria» e «Dormi Nadia». Il figlio Totuccio incide alcune canzoni del padre: Come una favola, Una donna ecce­zionale, Sei tu Maria, Gli occhi tuoi.

La canzone di Vincenzo Curreri che ha avuto maggior successo ed oggi è conosciuta in tutto il mondo è «Comu l’unna», una struggente barcarola che ha avuto tantissime incisioni. Negli anni ’80 è stata anche presentata dal gruppo “I Burgisi” di Sciacca alla trasmissione «Buona Domenica» condotta da Maurizio Costanzo. Vincenzo Curreri è morto il 2 maggio del 1998. 

«100 cefaludesi» è la nuova rubrica di cefalunews che vuole far conoscere quanti hanno fatto la storia di Cefalù nell’ultimo secolo. Chi volesse contribuire inviando segnalazioni e biografie di personaggi degni di far parte di questa rubrica, che sarà data alla stampa, può inviare foto e articoli a: [email protected]

© Riproduzione riservata

Cambia impostazioni privacy