Ecco la storia di uno dei primi pescivendoli di Cefalù. Si chiama Giuseppe Serio ed è nato a Cefalù il 9 novembre 1899 da Salvatore e Marsiglia Concetta. Primogenito di 6 figli era conosciuto da tutti conosciuto come “u zu Peppi u fanu”. Allo scoppio della prima guerra mondiale, appena sedicenne viene reclutato in un gruppo militare che doveva fare da scorta in Palestina ad una delegazione di pacificazione inviata da Papa Benedetto XV. In Terra Santa con i suoi amici commilitoni Peppe alloggia nelle case dei Frati minori, oggi chiamate Ospitalità Casa Nova e qui fa amicizia con un frate francescano.
Finita la guerra Peppe fa tesoro dei tanti insegnamenti ricevuti dal suo amico frate tanto da dare vita ad una traduzione in perfetto Cefalutano del Vangelo. Tutto questo lo ricorda bene padre Santino Di Gangi che lo ha conosciuto. e lo ricorda seduto al bar del Faro in Via Candeloro che raccontava i fatti del Vangelo in Cefalutano. Singolari alcuni racconti evangelici. Nel ricordare la relazione di Erode con la cognata Eurodiade in Cefalutano stretto diceva: Erode “si ngazzò cu so cugnata”. Altra frase tipica era: “si l’umanità un camina pa sò via, flagelli nfiniti manna u Signuri” oppure “l’ uomu distruggerà u munnu”.
In licenza breve dalla guerra s’innamora di una ragazza che chiede in sposa. Si chiamava Lorenza Guercio. Di ritorno dalla Palestina le porta una lunga collana d’oro. Peppe e Nzina, come la chiamano un po’ tutti, si sposano nel 1925 e dal loro matrimonio nascono 11 figli: Concetta; Salvatore; Giovanni; Francesco; Maria; Iolanda; Salvatrice; Rosaria; Graziella; Antonino e Santina che muore all’età di 6 mesi. Peppe è un grande lavoratore. Faceva il commerciante, portava il pesce salato anche a Messina e da lì portava a Cefalù “u pisci stuoccu” . Dopo il matrimonio apre una bottega di frutta e verdura, pesce fresco e salato in via Candeloro ed in seguito in Corso Ruggero angolo via Nicola Botta. Oltre al negozio che veniva gestito da Nzina, Peppe “sutta a ravia “(sul lungomare di Cefalù in Piazza Cristoforo Colombo) aveva dei magazzini dove si salava il pesce azzurro ” u salatu” in cui man mano che crescevano andavano a lavorare anche i figli.
Anche da sposato e con figli, Peppe viene chiamato militare nella seconda guerra mondiale. Furono anni difficili per Nzina ed i suoi piccoli con stenti e sacrifici aiutata dai figli più grandi portò avanti la famiglia. Tornato dalla guerra Peppe insieme ad altri Cefalutani apre la pescheria “Il Delfino” in via Giovanni Amendola. E’ la prima pescheria di Cefalù. Con lui anche Nino Macajone, Peppe Baccellieri, il genero Santo Aquia ed i figli Totò, Gianni e Ciccio. Nei primi anni ’60 Peppe Serio scioglie la società con gli altri ed insieme ai figli ed al genero apre la Pescheria “Italia” in Piazza Garibaldi angolo Via G. Fiore e subito dopo la “Pescheria Roma” in Via Giacomo Matteotti di fronte via M. Castelli. Alla fine degli anni ’60 Peppe con il figlio Ciccio ed il genero Santo Aquia chiudono la “Pescheria Italia” di Piazza Garibaldi e ne impiantano una nella zona nuova di Cefalù nell’allora viale P.pe Umberto attuale via Roma accanto alla Trattoria Diana.
Purtroppo la società fra Peppe Serio – figli e genero si scioglie ed ognuno segue la sua strada. Il figlio Francesco, sposato e già padre di sei figli, con grande abilità nel 1974 apre la “Pescheria Venezia” tutt’ora gestita in ambito familiare in via Verga. Ciccio “u fanu” come veniva chiamato fu un tenace imprenditore, nel 1981 acquistò la Societa ” Frigosud” in contrada Romana sulla SS 113 vicino Lascari. In seguito a Cefalù Ciccio, mise su un’azienda competitiva affermata, la “Pesce Azzurro Cefalù” che negli anni 2000 contava circa 300 lavoratori tra Cefalù e Sousse (Tunisia). La pesce azzurro un’azienda che è diventata leader in Italia per la lavorazione e la conservazione delle conserve ittiche grazie alla tenacia di Ciccio che a Cefalù è stato protagonista dell’industria ittica e per lavoro visita angoli remoti come la Thailandia e la Malaysia.
Peppe Serio “u fanu” stimolato dagli insegnamenti del frate guardiano della Palestina è stato un cattolico praticante. Partecipava tutte le domeniche alla messa nella Chiesa dell’Itria. Tutti ancora oggi ricordano che “u zu Pieppi”, per la Processione del Venerdì Santo, era annualmente presente dietro “a Vara do Signuri muortu” e con la “truoccula” accompagnava la processione. Peppe Serio muore il 23 ottobre 1986 mentre il figlio Ciccio raggiunge la casa del Padre il 28 ottobre 2008. Alla sua morte il compito della “truoccula” passò al figlio Ciccio ed oggi al nipote.