Il 150° anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio

Quest’anno (oramai prossimo alla fine) ricorre il 150° anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863) uno dei maggiori esponenti del decadentismo europeo. Soprannominato Il Vate, fu un esponente di spicco della letteratura italiana del Novecento, è altresì noto per le sue imprese militari, nonché per le sue “movimentate” storie d’amore.

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Gabriele D’Annunzio mentre legge nel suo studio alla Capponcina. Archivio Fondazione Vittoriale degli Italiani, da Wikipedia

 

Nel 1898 D’Annunzio si trasferì a Settignano nei pressi di Firenze dimorando nella lussuosa Villa de La Capponcina. Per sottrarsi ai creditori dovette abbandonare la splendida Villa nel 1910 e riparò in Francia. Dimorò fra Parigi e Arcachon, e in quest’ultima località, in uno chalet, vi soggiornò con la sua nuova amante, la contessa Natalia de Golubeff.

Enrico Marchiani, Ritratto di Gabriele d’Annunzio in uniforme da Ardito. Dipinto esposto al Museo D’Annunzio Eroe del Vittoriale da Wikipedia

 

Nel maggio del 1915 rientra in Italia per sostenere la campagna interventista, partecipando al conflitto come volontario in azioni audaci: “La beffa di Buccari” e “Il volo su Vienna”. Quattro anni dopo, in spregio al trattato di pace, a capo di un gruppo di legionari, D’Annunzio marcia su Fiume, istituendovi un governo militare provvisorio, la “reggenza del Carnaro”.

 

Il volantino lanciato su Vienna da Wikipedia

 

Dopo il Trattato di Rapallo che proclamava Fiume città libera, il Vate si ritirò dalla politica attiva, rifugiandosi a Villa Cargnacco (una contrada di Gardone Riviera) con la sua ultima compagna, l’affascinante e passionale pianista, Luisa Baccara. Le opere dannunziane degli ultimi anni, si riveleranno permeate da un tono più raccolto e intimo, quasi melanconico: “Contemplazione della morte”, “Leda senza cigno”, “Notturno” e “Il libro segreto”. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse sulle colline di Gardone Riviera, all’interno del suo Vittoriale che fu dichiarato monumento nazionale nel 1925. Il vate morì il 1° marzo del 1938 compianto dai fedelissimi.

 

Il Mattino Illustrato 7-14 marzo 1938 – Anno XVI

 

A conclusione dell’articolo, mi piace riportare uno stralcio della lettera che Gabriele D’Annunzio indirizzò al suo grande amore, la giornalista Elvira Natalia Fraternali. “Non so che darei per averti qui tra le mie braccia… Fuori il sole abbaglia; si sente il rumore del mare; in un vaso i gigli mandano un profumo acutissimo spirando; le cortine dei balconi  ondeggiano come vele in un naviglio. Io ti chiamo, ti chiamo, ti chiamo”.

Foto di copertina: Gabriele d’Annunzio, da Wikipedia

Giuseppe Longo

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@longoredazione

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