«… Tu fior della mia pianta …»

Oggi avrei dovuto concludere il tema affrontato la scorsa volta, ma i lettori mi perdoneranno se rendo priorità a un fatto troppo grave, accaduto nella nostra comunità; credo tutti sappiano che mi sto riferendo agli abusi sessuali subìti da una bambina che frequentava una ludoteca della nostra cittadina.

Inutile dire quanto il fatto mi abbia addolorato, ma superando l’impasse istantaneo, vorrei provare ad essere utile in un momento così delicato, e il mio pensiero va ai genitori -non solo quelli della vittima dichiarata- di cui si può solo immaginare lo sgomento, l’angoscia e la preoccupazione.

Quando un bambino subisce un abuso sessuale, avviene in lui, una profonda turbativa dell’integrità fisico-corporea e dello sviluppo intellettivo ed emozionale, con l’aggravante dell’aver patito l’esperienza di violazione -a volte reiterata nel tempo- indifeso, solo e senza la possibilità di essere salvato dal suo carnefice.

La bugia, la trappola, la minaccia da parte dell’abusante e l’impotenza, l’impossibilità/incapacità di reagire della vittima, costituiscono lo scenario relazionale distruttivo, in cui tali eventi si consumano.

Le conseguenze fisiche, comportamentali, emotive presenti in un bambino abusato costituiscono degli “indicatori” la cui osservazione può essere strumento di aiuto, in caso di sospetto abuso o molestia.

A livello corporeo, a parte le specifiche lesioni delle aree interessate, sono frequenti le somatizzazioni perché il corpo diventa il luogo privilegiato in cui affiorano lo smarrimento e l’impossibilità di dare un senso all’accaduto.

Quando “non ci sono parole per dirlo”, il corpo oltre ai sintomi “parla” tramite  il linguaggio non verbale, di cui alcune espressioni possono essere: uno sguardo perso nel vuoto, spento e che sfugge dal contatto con l’altro; un aspetto dimesso e sofferente; movimenti imbarazzati e incerti o al contrario innaturalmente disinibiti.

Nei comportamenti e nelle abitudini di vita possono comparire repentini cambiamenti, come il rifiuto del gioco e il disinteresse per le compagnie e le attività prima predilette, può esserci il silenzio come impossibilità di dire, come “evitamento” dell’esperienza e rifiuto del ricordare. Ancora possono presentarsi eventuali episodi di enuresi notturna (pipì a letto), come manifestazione di regressione a fasi evolutive precedenti, poiché l’evento lesivo induce interruzione o blocco del normale sviluppo. Inoltre spesso si hanno alterazioni nei ritmi sonnoveglia e disturbi della condotta alimentare.

Emotivamente emergono, senso di colpa, forte confusione, vergogna, apatia, insicurezza, svalutazione di sé, timore di non meritare amore.

Concludendo, sento il bisogno di recuperare un senso di speranza e di vitalità, e mi permetto di parafrasare il Carducci: «… Tu fior della mia pianta … non sei nella terra fredda …; il sol ancora ti rallegrerà e ti risveglierà l’amor».

Cambia impostazioni privacy
Torna in alto