Intraprendere studi storici non è facile, perché viene richiesta quell’oggettività necessaria per valutare i fatti in senso acritico e disinteressato. Non che sia impossibile, ma semplicemente risulta complesso adattarsi a un cambiamento che implica anche il sentirsi catapultati in scenari inverosimili, al di fuori dei quali, forse, esiste solo la fantasia. Aristotele diceva che la ricerca di un governo che assicurasse serenità allo stato fosse abilità non di tutti. Ed elencava forme politiche sane a cui accostava le rispettive degenerazioni. Ma non ne fu del tutto convinto – ma come dargli torto?! Il filosofo di Stagira si era persuaso che puntare alla centralizzazione del potere non aiutasse, anzi decretasse la fine dello stato intero: democrazia, oligarchia o monarchia mostravano, a lungo andare, la tendenza ad accaparrarsi il potere con la forza o con l’astuzia e nulla avrebbe impedito il definitivo logoramento, con decadimento finale. Io alla conflagrazione del sistema, cioè alla catastrofe annunciata seguita dal recupero degli elementi allo stato primigenio, non c’ho mai creduto. Ma oggi comincio a sperare che avvenga.
È di oggi la notizia della nascita del piccolo Diego, nell’ospedale di Petralia Sottana, in un reparto, quello di ostetricia, ormai fantasma da settimane, perché il ministro Lorenzin ha deciso che se non registri più di 500 parti annui, si chiude. E chi se ne importa se la strada da Petralia, o zone limitrofe, è piena di curve e il tempo per arrivare all’ospedale Cimino di Termini Imerese è di mezz’ora!!
In pratica, o così o si ritorna a partorire in casa, sperando nell’aiuto del Buon Dio!
Eppure a Petralia, l’ostetrico di turno non ha paura, prepara la donna, che comunque sa cosa aspettarsi alla sua terza gravidanza, e dà a Diego la possibilità di vedere la luce di un mondo che non sa quanto sia corrotto ed ingiusto. La signora e ministro Lorenzin, che è mamma di due simpatici gemellini da poco (mi sorge il dubbio se siano nati pure in una clinica privata, con tutti i sacrosanti servizi del mondo! Ah, il potere dei soldi!), però, non conosce le difficoltà che possono sorgere durante il momento più bello e, insieme, doloroso di una donna. Glielo racconto io, non ancora per esperienza diretta, ma per aver avuto la fortuna di scorrazzare in questo magico reparto per tanti anni, quando mia madre ancora lavorava in mezzo a queste piccole e indifese creature e mi dava la possibilità di sbirciare il dipinto della felicità impresso sui volti delle mamme e dei papà. Il travaglio, signora Lorenzin, alle volte è lungo e doloroso. Le donne giungono al momento delle spinte sfinite, senza forze, e il personale che le assiste amorevolmente offre tutto l’aiuto del mondo, spingendo con lei, urlando e imprecando se è il caso. Ma signora Lorenzin, in quei cinque minuti, quando sei fortunata!, può succedere di tutto. Ogni cosa!
Diciamo che se la sfiga nella tua vita è di casa, di certo verrà a farti visita!
Mi domando, anzi le domando, così come lo chiedo a tutti coloro che ancora non solo la giustificano, ma la elogiano nelle scelte e nella competenza, che, mi perdoni, tutto sembra fuorché appartenerle: se ancora nel 2016 si muore di parto dentro gli ospedali, perché non esistono i mezzi e gli strumenti adeguati per evitare il peggio per la donna e il bambino (tutto generato da una politica che fa tagli su sanità e istruzione, la vostra “buona” politica), come diavolo si può pretendere che tra neve e pioggia, con le strade dissestate, in mezzo a una strada qualunque, un padre di famiglia si metta a bordo della sua auto per scongiurare il peggio, pregando tutti i santi del Paradiso, e non solo, purché tutto vada per il meglio? Se l’è mai domandato lei, signora Lorenzin, dall’alto della sua immensa preparazione da liceale? Eh, signora Lorenzin, sa cos’è? Se non ci passi, non credi. Ma non glielo auguro, mica. Perché oggi Diego è qui, e tutti gli augurano una vita rosea, piena di gioie e di soddisfazioni. Ma a domani…ci pensa Dio!