LE TRIANGOLAZIONI IN FAMIGLIA

All’interno di una famiglia possono configurarsi numerose dinamiche di gestione del conflitto coniugale, alcune tra le più rilevanti sono la triangolazione e la disfunzione di un coniuge. Descriverò brevemente il secondo caso per poi fermarmi più accuratamente sulle triangolazioni. In presenza di un conflitto coniugale può capitare che uno dei due coniugi abbandoni il proprio se a vantaggio del partner e con la conseguente resa al conflitto. In altre parole, il conflitto si risolve non perché si sia trovata una soluzione ad esso ma solo perché uno dei due partner abbia preferito la resa. In taluni casi è evidente che il partner che preferisce la resa abbia un legame di dipendenza dal coniuge e da esso non si sia differenziato. Si possono configurare altre dinamiche dove entrambi i coniugi trovano di comune accordo un punto di incontro e di risoluzione del conflitto; in questi casi entrambi sono sufficientemente differenziati tra loro o, in altre parole, autonomi. In altri casi si configura la triangolazione ovvero quando la tensione del conflitto è eccessivamente elevata da sconfinare nel sottosistema filiale e dunque coinvolgendo anche i figli. Facciamo alcuni esempi per essere più chiari. Quando uno o entrambi i genitori cercano un’alleanza con il figlio, mettendolo al corrente delle motivazioni del conflitto, questi si sente spesso conteso e imprigionato tra due affetti per lui importanti. Un altro caso quello in cui uno o entrambi i genitori esprimono giudizi e opinioni sull’altro davanti al figlio e dunque mattendolo ancora una volta in mezzo a questioni che a lui non riguardano. Un altro esempio di triangolazione si ha quando uno e entrambi i coniugi usano il figlio per avere informazioni sul partner o per fare arrivare informazioni. In tutti questi casi e in molti altri che possono configurarsi, le conseguenze psicologiche per il figlio sono irrimediabilmente disastrose in quanto si trova coinvolto, senza volerlo, in cose che riguardano persone per lui importanti e dalle quali deve restarne fuori, per la sua salvaguardia e per il suo benessere psicologico. Fare ciò è compito dei genitori, spetta a loro tenere i figli fuori dal conflitto coniugale, o in altre parole mettere confine tra il sottosistema genitoriale, seppur conflittuale, e il sottosistema filiale. Il compito dei figli non è risolvere il conflitto dei genitori, né fare i postini recapitando informazioni, il loro compito è quello di vivere le esperienze della loro età risolvendo eventuali conflitti con amici o fidanzatini. Solo tenendo fuori i figli dalle diatribe dei grandi realizziamo il loro esclusivo unico bene.

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