Il mistero del bombardiere abbattuto a Termini Imerese: nuovi ragguagli

Altre notizie importanti si aggiungono alla vicenda del bombardiere americano North American B-25C Mitchell, in merito alla sua presunta scomparsa durante la missione operativa avvenuta nella notte del 13 luglio 1943 nei cieli di Termini Imerese (PA). Queste informazioni forniteci da Donaldo Di Cristofalo (1) di sicuro, dipanano ulteriormente le fasi della vicenda, che tuttavia rimane ancora avvolta in un’ombra di incertezza. L’episodio accadde nel momento clou dell’avanzata anglo-americana in Sicilia, conosciuta col nome in codice “Operazione Husky”. L’aereo in questione faceva parte della squadra dei 18 bombardieri medi B-25C del 340° Stormo dell’U.S. Army Air Forces, decollati dall’aeroporto di Hergla, in Tunisia. L’aeroporto militare di Hergla (Hergla Airfield), era situato a circa 100 Km a sud di Tunisi, al centro del Golfo di Hammamet, quasi a 370 km da Termini Imerese e che i bombardieri statunitensi raggiungevano, quindi, la località siciliana, in circa un’ora di volo.

«Torniamo sul bombardiere americano perduto nella notte del 13 luglio 1943, durante una missione su Termini Imerese. Come accennavamo nell’articolo precedente (2) le fonti (3) non sono concordi su tale abbattimento, ed anche i siti internet disponibili non chiariscono definitivamente l’episodio. Vanno tuttavia menzionati i diari di guerra dei reparti dell’USAAF coinvolti, e cioè il 340° Gruppo da Bombardamento (340th BG) ed il dipendente 487° Squadrone (487th BS). Mentre il diario di quest’ultimo riporta solamente la data della missione, l’obiettivo (Termini Imerese) e i nomi degli aviatori morti (riportati sempre nel precedente articolo), quello del “340th Bombardment Group (Medium)” descrive in quella data un incidente in decollo di uno dei propri “North American B-25C Mitchell”: [13 luglio 1943 – Il resoconto degli eventi di oggi è necessariamente triste. La scorsa notte abbiamo avuto un tragico incidente. 24 velivoli erano schedulati per una missione. Uno del 487th BS ha urtato in decollo un aereo parcheggiato, distruggendosi ed uccidendo tutti e 5 i membri dell’equipaggio, un passante che dormiva in una tenda nei pressi e ferendo due altri militari. Dopo l’impatto l’aereo, carico di bombe, è esploso spargendo detriti su un’area di oltre 170 metri quadri. Il resto della missione è andato bene. Questo gruppo è stato molto fortunato durante la campagna in corso. Non avevamo perso neanche un aereo in combattimento sulla Sicilia. L’incidente di questa notte ha lasciato il gruppo paralizzato. Tuttavia bisogna andare avanti. La guerra non è un gioco. E’ una lotta sanguinosa che prende da ogni parte le vite degli uomini. Gli incidenti sono destinati ad accadere”] (4) (5).

Si potrebbe allora ipotizzare che l’aereo perso durante la missione su Termini Imerese sia proprio quello coinvolto nell’incidente descritto, peraltro in decollo e quindi già tecnicamente in missione. D’altronde nessun altro aereo risulta perso in quella data e nessun altro membro di equipaggi. Nessun aereo viene segnalato caduto nella zona di Termini o nelle acque antistanti, contrariamente a molti altri casi analoghi, poi frutto di specifiche ricerche di appassionati. Sinora comunque non sembra possibile definire la vicenda, ed in particolare la mancata indicazione dei nomi dell’equipaggio dell’aereo incidentato in decollo lascia ancora un margine di incertezza».

(1) Donaldo Di Cristofalo: Geologo, vive e lavora a Termini Imerese (PA). Ha cominciato a volare con gli ultraleggeri per poi transitare in Aviazione Generale, prendendo il “brevetto” di II grado all’Aero Club di Palermo e mantenendolo in attività per cinque anni circa. Dopo, vittima come tanti degli insostenibili costi … Adesso si accontenta di qualche sporadico volo in ULM, di divorare riviste e libri e di frequentare, ovunque possibile, manifestazioni aeree. (www.vocidihangar.it)

(2) G. Longo 2016 “Il mistero del bombardiere abbattuto a Termini Imerese”

(3) Gaetano Schilirò “La Guerra Aerea in Sicilia”, Euravia, 2012. Alessandro Bellomo “1943 Il Martirio di un’Isola”, Associazione Culturale Italia, 2011.

(4) (http://57thbombwing.com/340th_History/340th_Diary/7_July1943.pdf)

(5) Alla fine della guerra gli Stati Uniti, come gli altri contendenti, avrebbero sofferto più perdite per incidenti che per offesa nemica, con decine di migliaia di aerei distrutti ed aviatori deceduti.

Foto a corredo dell’articolo, B-25 Mitchell, U.S. Medium Bomber, tratta dal sito: (pwencycl.kgbudge.com)

 

Giuseppe Longo
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@longoredazione

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