L’urlo è la ragione di chi ha sempre torto. Un antico detto aggiunge: «Chi ha torto grida più forte». Lo constato ogni giorno a Cefalù quando vedo urlare sempre più forte chi perde consensi. Mi chiedo: perchè qualcuno non riesce a discutere e parlare? Perchè una persona, quando parla di me a gente che nemmeno conosce, urla e infierisce verso chi gli sta di fronte? Con molta probabilità, a questa persona, chi gli sta accanto non è capace di dirgli che il proprio tono di voce non è proporzionale alla sua ragione. Chi urla, infatti, non si accorge della sua arroganza, non si rende conto che così facendo passa dalla parte del torto. Chi urla non sa che le persone più grandi sono coloro che espongono i propri pensieri con educazione, senza screditare l’altro e, soprattutto, senza offendere l’altro agli occhi di chi non lo conosce.
E’ tanta l’agitazione che c’è oggi a Cefalù. C’è chi pensa di vincere gridando di più. È proprio vero: qualcuno parla non per comprendere ma per affermarsi. Le sue urla non sono gesti di condivisione ma vere catene per sopraffare l’altro. E non si accorge che, così facendo, si isola sempre di più. Questo gioco da pollaio non mi è mai piaciuto.
Se qualcuno sa vomitare solo rabbia, offese e cattiverie in me affiora solo la compassione. E’ una grande pena verso un amico che oggi non ha più amici capaci di aiutarlo a capire che l’urlo è la ragione di chi ha sempre torto.
Non ho paura di chi mi urla di fronte e nemmeno di chi urla al mio amico per screditarmi ai suoi occhi. Non resto accanto a chi passa il suo tempo vomitando cattiverie e rabbia nei miei confronti. Vado avanti per la mia strada. Vivo l’etica del silenzio. E’ l’arte di chi sa tacere quando è tempo di tacere e parlare quando è il tempo di parlare.