La Procura di Palermo ha aperto un’indagine sulla gestione dei rifiuti in diversi comuni del palermitano. Al momento si tratta di un’inchiesta conoscitiva finalizzata ad accertare l’esistenza di eventuali reati. L’inchiesta, che per la sua ampiezza costituisce un monitoraggio sulla gestione di diverse fasi del ciclo dei rifiuti, è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Dino Petralia ed è stata delegata al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che da oggi acquisirà una serie di atti nei Comuni e alla Regione. L’indagine trae spunto dalla relazione del direttore generale del Dipartimento Rifiuti dell’assessorato regionale all’Ambiente Maurizio Pirillo che nelle scorse settimane, in piena emergenza, ha inviato al ministero una relazione sulla situazione siciliana. La nota è stata girata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Palermo che ha deciso di vederci chiaro. Vari gli aspetti di cui si occuperà l’inchiesta.
La procura della Repubblica di Termini Imerese sta già verificando una serie di affidamenti fatti a Bagheria, tra i quali quello alla “No.ve.ma.”, la ditta adesso finita al centro di un’interdittiva del prefetto di Palermo perché, assieme alla “Trade eco service”, ritenuta vicina ai boss della famiglia corleonese dei Lo Bue. Nomi, quelli di queste società, che ricorrono in molti affidamenti nel comprensorio, anche all’interno di consorzi come Ecoburgos. La norma sui rifiuti prevede la possibilità, con il cosiddetto «191», di derogare alle leggi ordinarie sugli appalti in caso di rischio di emergenza sanitaria. Ma il ricorso a questi affidamenti speciali deve avere una durata molto limitata. Invece nell’Isola diversi Comuni, dal 2014 a oggi, hanno continuano a rinnovare questi contratti oppure ad utilizzare sempre la procedure di emergenza. Tradotto: quanto accaduto a Corleone e Bagheria potrebbe essere la punta dell’iceberg. In provincia di Palermo, da un anno, anche il Comune di Cefalù ha effettuato affidamenti diretti alle ditte «No.ve.ma.» e «Trade eco service». Una ricerca all’Albo pretorio del Comune di Cefalù ed ecco vengono fuori otto determinazioni comunali per nolo vasche raccolte rifiuti presso la ditta «Trade eco service» e 46 atti, invece, che hanno a che fare con la «No.ve.ma». Per il sindaco della cittadina normanna è tutto regolare.