Cefalù ha dato i natali al maestro Vincenzo Curreri. Il suo amore per la musica si rivela fin dalla giovane età. A otto anni conosceva gli accordi sulla chitarra, lo strumento musicale che preferiva e con il quale si accompagnava musicalmente. Un atro amore della sua vita giovanile è stato il ciclismo. A sedici anni correva fra le solitarie strade delle Madonie e proprio durante questi allenamenti componeva senza saperlo i primi motivi musicali, le sue prime melodie che cantava. Nascono le prime canzoni sportive che esaltano cilcisti famosi come Binda e Guerra. Grazie al suo amico Lorenzo Noto apprende il linguaggio musicale e compone la sua prima canzone: II vero amore.
Vincenzo lavorava nell’edilizia con il ruolo di capomastro. Schivo da ambizioni fa ascoltare le sue composizioni solo nel 1941 quando, trovandosi a Reggio Emilia per assolvere agli obblighi di leva, incontra il maestro Carlo Grassi, insegnante di Cello presso le scuole “Achille Peri”. Il maestro lo incoraggia ad andare avanti. Lusingato da questo giudizio Vincenzo, nell’ aprile del ‘41, durante la rappresentazione di Manon Leuscat, viene presentato a due grandi artisti: Beniamino Gigli e Sara Scuderi. Fa ascoltare la sua canzone e riceve due foto con le seguenti dediche : «Chi ha la mamma non tremi, Beniamino Gigli». «A Vincenzo Curreri compiacendomi delle sue belle liriche, Sara Scuderi». Qualche mese, ad agosto, dai microfoni di Radio-Roma, la cantante trasmette la canzone che confermava Vincenzo un vero artista, dall’ animo nobile e sensibile, buono e modesto. Sempre a Reggio Emilia conosce Ede Bonoretti, la donna che sposa. Dalla loro unione nascono Salvatore, chiamato affettuosamente Totuccio che ha seguito le orme del papà diventando anch’egli un famoso cantautore musicista, e le gemelle Anna Maria e Maria Luisa.
Nel 1950 la rassegna mensile di cultura «Pensiero ed Arte» pubblica un articolo su Vincenzo Curreri: Un Musicista Siciliano. Ritornato a Cefalù comincia a scrivere per la sua città diverse canzoni: Cefalù mia, A cifalota, Serenata cefaludese, Benvenuti a Cefalù, Li rosi du Villaggiu. le canzoni vengono incise da diversi gruppi folk siciliani. Compone complessivamente un centinaio di canzoni di vario genere musicale, molto spontanee e sentite. Vincenzo Curreri partecipa con successo a diversi Festival e collabora con altri autori. Tra questi Vincenzo D’Acquisto autore dalla famosa canzone «L’Edera». Nel 1954 partecipa a Bagheria al festival della canzone siciliana con la canzone “Aspra mia”, incisa dalla Foni. Nel mese di gennaio del 1956 l’Accademia Letterati ed Artisti di Roma organizza un Festival della Canzone Italiana scegliendo una canzone di Curreri. Sul palcoscenico la canzone «Autunno Triste» che riscuote tanto entusiasmo sin dalla prima serata. Dal maestro Pintorno, che rappresentava l’autore, invia al Curreri un telegramma: «Canzone Autunno Triste classificata prima – Pintorno». Curreri viene invitato a presentarsi al terzo Festival della Canzone Siciliana dove ottine il terzo premio con «Scecchi e mutura» su testo di Pintacuda. Riceve anche il secondo premio per quella in italiano “Un siciliano emigra” cantata da Carla Boni con l’Orchestra di Nello Segurini. Il festival, presentato da Corrado, viene trasmesso più volte dalla Rai.
Nel 1957 Curreri presenta la canzone “Pastorella sogna”, cantata da Nilla Pizzi. E’ il trionfo. Conquista il secondo posto. La canzone viene incisa dalla stessa Pizzi per la R.C.A. italiana. Seguirono altri Festival e tante altre canzoni: “Sei tu malinconia “, “La culla dei Sogni”, “Nostalgica età”, “Torna primavera”, “Mi maritai”, “ Tarantella twist”, “ Cifalotu”, “La strada del ponte” (testo di V. Verderajme cifalutano residente a New Orleans). Si piazzano sempre tra i primi posti. La canzone “Partigiano” viene cantata e registrata dal Coro dell’A.N. P.I. di Reggio Emilia mentre la canzone “Cefalù mia” viene incisa da Aurelio Fierro per la Durium Edizioni Curci di Milano e pubblicata dalla rivesta “Sorrisi e Canzoni”. “Amuri e Fantasia” e “Così non va” vengono incise dalla Fonit-Cetra. Quando muore la mamma, Vincenzo trova l’ispirazione per scrivere e musicare la canzone “A Mamma”. In occasione della Trinacria d’Oro, nella quale Cefalù trionfa con la canzone Cefalù mia, il maestro Curreri musica “Benvenuti a Cefalù” le cui parole sono state scritte da un altro cefaludese S. Di Paola. La canzone “Sono piccola” vince l’Edizione Teen-Ager, mentre una romanza, affidata al paroliere Giuseppe Di Francesca, dal titolo “Chi cerchi”, viene incisa da Melo Caruso. La commovente canzone “Grazie Papà” con il testo di Mario La Grua, viene presentata al Cantamare.
Nel 1964 l’orchestrina di Vincenzo Curreri si esibisce più volte al Club Mediterranee insieme al figlio Totuccio che suona la fisarmonica. Intanto altre canzoni del maestro vengono arrangiate dal figlio Totuccio diventato, nel frattempo, egli stesso autore di canzoni. Vengono registrate ed incise in musicassette: “Na valigia china di suli” cantata da Melo Caruso; “La cattiveria”, “Dormi Nadia”. Anche le canzoni “Come una favola.”, “Una donna eccezionale”, “Sei tu Maria” ,”Gli occhi tuoi”, vengono incise dal figlio Totuccio. La canzone che ha avuto e che ancora ha grande successo è “Comu l’unna” conosciuta in tutto il mondo perchè incisa da molti gruppi Folk. La canzone è stata presentata dal gruppo “I Burgisi” di Sciacca a “Buona Domenica” condotta da Maurizio Costanzo ad inizio degli anni Ottanta. “Comu l’unna” e “Amuri e fantasia”, di recente, sono state cantate ed incise da Mara Eli su CD “Made i SICILY the sorgs” diffuso in tutto il mondo.