Il Presidente della Repubblica Mattarella ai ricercatori italiani

Rivolgo un saluto cordiale al Presidente del Senato, al Presidente della Corte Costituzionale, alla Ministra della Salute.

Un saluto e un ringraziamento al Direttore Generale dell’AIRC pregandolo di trasmettere gli auguri al Presidente per un pronto ristabilimento, al Direttore Scientifico, alla dott.ssa Lucia Del Mastro. E un saluto altrettanto cordiale a tutti i presenti, che dedicano tanto tempo, impegno, studio, intelligenza alla lotta contro i tumori.

Sono lieto di darvi il benvenuto al Quirinale in una ricorrenza importante per tutta la nostra società, e di rinnovare così la consuetudine di questo incontro nella sede della Presidenza della Repubblica.

Non si tratta soltanto di un atto che vuol sottolineare il vostro prezioso lavoro. Rappresenta, ancor prima, il riconoscimento del grande valore di questa impresa collettiva – la ricerca sul cancro – che incide sulla qualità della vita di tante persone e sull’esercizio di diritti fondamentali.

L’Organizzazione mondiale della sanità stima una crescita consistente dei tumori nei prossimi quindici anni su scala globale. Segno che il tema davanti a noi è prioritario, e va affrontato con impegno, serietà e continua innovazione evitando di affidarsi all’inerzia del ritmo delle abitudini.

Del resto, i dati che registriamo nel nostro Paese ci forniscono indicazioni incoraggianti. La mortalità complessiva causata dai tumori è in diminuzione, ed è aumentata la sopravvivenza alla malattia, grazie a misure di prevenzione, a diagnosi precoci, agli avanzamenti delle terapie, ai risultati positivi di numerose ricerche. Questi risultati incoraggiano ad andare avanti. Anzi, se possibile, a procedere con passo più sicuro e veloce, con il sostegno generale.

Il dramma personale e familiare, che il tumore porta con sé, può essere illuminato, oggi più di ieri, dalla speranza. Lo sconforto può trasformarsi in fiducia; in una accresciuta voglia di vivere. Una volta scoperto, la guarigione dal cancro è possibile in molti casi. E la stessa convivenza con il male può offrire ampi spazi di vita attiva, sempre dignitosi, spesso normali. Consente il proseguimento e, talvolta, il rafforzamento dei legami familiari, sociali, affettivi. Tutto questo anche in virtù di nuove tecniche che consentono trattamenti meno invasivi.

Ogni giorno scopriamo che nuovi passi avanti vengono compiuti. La nostra esperienza quotidiana ci insegna che tanti aspetti cambiano velocemente, che nuove opportunità si presentano, e che si sta vincendo quel pregiudizio che, talvolta, induce alla paura, alla passività, alla rassegnazione.

Queste finestre che si aprono sulla vita delle persone dipendono molto dall’opera vostra e di chi vi ha preceduto nella ricerca, nella sperimentazione, nella organizzazione delle cure. E in quello straordinario impegno culturale, di diffusione delle conoscenze, di sensibilizzazione al tema, che costituisce sempre condizione e premessa di un autentico progresso della scienza e della medicina.

In occasione della Giornata nazionale per la Ricerca sul cancro desidero ringraziare in particolare l’AIRC, che da oltre cinque decenni si dedica alla promozione degli studi nelle diverse branche dell’oncologia e che, in nome di una battaglia a tutto campo contro il tumore, continua a sollecitare la solidarietà dei cittadini e la responsabilità delle istituzioni.

L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro è stata capace di raccogliere risorse rilevanti da destinare a gruppi di ricerca, ha aiutato le università a compiere scoperte di straordinario valore, ha mobilitato testimoni in ogni campo sociale e promosso tanto impegno volontario.

Vi ringrazio. Siete riusciti a costruire unità attorno a una causa giusta e importante. Avete sollecitato energie pubbliche e private a integrarsi tra loro, come sempre dovrebbe avvenire. Avete aiutato il nostro Paese a rendere migliori i servizi, ad accrescere la qualità di un ambito cruciale della vita italiana.

Grazie ai finanziamenti dell’AIRC, anche nell’anno in corso, squadre di ricercatori italiani hanno potuto realizzare scoperte di valore assoluto, delle quali potranno beneficiare i nostri concittadini e la medicina di tutto il mondo. Ricordo, tra le ricerche importanti presentate nel 2016, la tipizzazione dei tumori al pancreas, traguardo raggiunto da scienziati dell’Università e dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona, e la nuova terapia contro la leucemia linfatica cronica, messa a punto da ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Peraltro, nel campo delle leucemie il nostro Paese ha conseguito nel tempo una serie di risultati di rilevanza mondiale, grazie anche al lavoro del gruppo GIMEMA. Sono esempi – e diversi altri potrebbero essere proposti – che mostrano il talento e l’eccellenza presenti nella nostra Italia: abbiamo risorse umane straordinarie e tanto possiamo dare al cantiere di un futuro migliore.

Ai ricercatori italiani, nel nostro Paese e nel mondo, va tutta la nostra grande riconoscenza. E’ opportuno ricordarlo costantemente: investire nella ricerca è sempre una scelta vincente. Avverto che questa convinzione si sta radicando sempre più nella coscienza civile, anche se il limite delle risorse non consente di fare tutto ciò che sarebbe necessario. E’ importante, naturalmente, spingere per fare sempre meglio e di più, e tuttavia è necessario valorizzare – e far conoscere – i risultati che si conseguono.

Forse mai, come nella ricerca medica, il progresso scientifico procede, oggi, così vicino a sentimenti profondi, che nella sofferenza scaturiscono dall’animo delle persone e che sono condivisi dall’intera società. Unire le persone attorno a un medesimo obiettivo è un grande moltiplicatore di fiducia e di possibilità di successo.

Naturalmente non vi può essere alcuna discriminazione tra i malati: è indispensabile che i progressi della scienza, delle terapie e delle tecniche diagnostiche vadano a vantaggio di tutti, confermando quel principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione, senza che vi siano esclusioni o discriminazioni sulla base delle condizioni economiche dei pazienti. E’ necessario che la speranza di vita dignitosa si consolidi come un bene comune, del quale l’intera comunità sia garante e partecipe.

Nella lotta contro il cancro rivestono grande importanza – accanto alle cure, ai farmaci, alle terapie – la prevenzione e la diagnosi precoce. Bisogna compiere ogni sforzo perché la prevenzione entri nel nostro costume e nei modi di vita. Tanto più va detto in questo mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del tumore al seno che, come abbiamo ascoltato, è oggetto di grandi contributi di ricercatori italiani. Bisogna diffondere la cultura della diagnosi precoce, rendendo possibili screening di massa per le patologie più ricorrenti e insidiose.

Anche questo è un impegno di comunità, a cui tutti – le istituzioni pubbliche in primo luogo – siamo chiamati. E’ un impegno che coinvolge lo stesso mondo della ricerca, i cui avanzamenti possono rendere più sostenibili i costi dei farmaci e delle terapie, e sempre più precisi gli strumenti di diagnosi.

Occorre contrastare con decisione gravi involuzioni, come accade, ad esempio, quando vengono messe in discussione, sulla base di sconsiderate affermazioni, prive di fondamento, vaccinazioni essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate negli anni passati.

Lo stesso contrasto va posto quando, con scelte causate soltanto da ignoranza, si negano a figli o altri familiari cure indispensabili. O ancora quando ci si affida a guaritori; o a tecniche di cui è dimostrata scientificamente l’inutilità. Sulla salute pubblica occorre essere rigorosi e usare fermezza quando la scelta tocca così direttamente la vita di un bambino, o di qualunque persona; e comporta conseguenze per la condizione di salute degli altri, dell’intera società.

La lotta che, insieme, conduciamo contro il cancro è collegata all’affermazione di un più generale diritto alla salute, e un ruolo di grande rilievo ha l’informazione. Notizie infondate o campagne di indicazioni sbagliate possono provocare comportamenti gravi e condizionare in senso negativo la vita di persone sofferenti. Attenzione e serietà devono essere massimi. In materia di salute, pubblicare notizie senza adeguata verifica viola i principi basilari dell’informazione.

E’ necessaria una alleanza virtuosa tra scienza e mondo della comunicazione.

Sui costi dei nuovi farmaci, dei nuovi esami diagnostici, delle nuove terapie, le istituzioni sono sfidate a garantire il diritto universale alla salute e a monitorare un mercato difficile, influenzato da imprese transnazionali che, se contribuiscono in modo positivo alle attività di ricerca, vanno sollecitate a condividere la responsabilità della comunità internazionale per la salute nel ventunesimo secolo, superando la contrapposizione tra diritti di proprietà intellettuale e diritti umani.

L’accessibilità alle cure è parte importante della coesione stessa di una società. Va apprezzata la scelta – annunciata dal governo – di destinare un fondo ai farmaci innovativi per la cura del cancro. E’ questa una tendenza che va incoraggiata e spero si sviluppi.

Mentre si combatte la battaglia più avanzata per sconfiggere il cancro, è anche necessario combattere quella per rendere più dignitosa la vita di chi deve convivere con la malattia. E’, questa, una straordinaria frontiera di umanità e di solidarietà, che esprime, anch’essa, un contenuto scientifico e medico di assoluto rilievo, come dimostrano le tante esperienze che si stanno diffondendo sulle cure palliative, e che impegnano operatori di primissima qualità e tanti meravigliosi volontari.

L’anno prossimo, quando ci rivedremo, avrete fatto ancora nuove scoperte, altre vite saranno state salvate, altri malati avranno avuto la possibilità di tante giornate serene con i loro cari: è un messaggio di speranza che da qui oggi si muove.

La vostra rappresenta una grande esperienza di vita. La Giornata di oggi ci ricorda che, insieme, si può scrivere, nel nostro Paese, una storia di progresso umano.

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