Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una riflessione a firma di Edoardo Croci, candidato sindaco di Cefalù nelle ultime elezioni comunali del 2012.
La trasparenza della pubblica amministrazione e la possibilità di accedere liberamente agli atti e ai dati in suo possesso sono uno dei requisiti fondamentali per garantire ai cittadini di essere pienamente partecipi ai processi sociali. In assenza di trasparenza, solo i pochi che hanno accesso all’informazione, possono fare scelte nel loro effettivo interesse, mentre gli altri, tenuti nell’ignoranza, sono trattati come sudditi. Ciò vale naturalmente a tutti i livelli amministrativi, ma è particolarmente rilevante al livello comunale, dove vengono prese decisioni che riguardano le nostre abitazioni, il modo in cui ci spostiamo, la nostra salute, servizi di cura e assistenza ai nostri figli e ai nostri genitori, la qualità dell’ambiente e in generale molti ambiti da cui dipende la qualità della nostra vita.
Qual è il grado di trasparenza di cui i cittadini di Cefalù possono godere? L’opinione pubblica è spesso priva di riferimenti conoscitivi oggettivi sull’attività dell’amministrazione comunale. Le opinioni si formano così prevalentemente per partigeneria o per passaparola. Si deve dare atto a questo giornale del costante impegno di illuminare vicende poco chiare e di contribuire ad una corretta informazione, anche se non di rado, come non manca di denunciare, si scontra con il muro di un’amministrazione che intende l’informazione più come diffusione dei propri comunicati stampa, che come risposta documentata a domande legittime e che anzi considera una provocazione a cui reagire con sdegno ogni legittima richiesta di approfondimento di aspetti critici. Tra i tanti casi di scarsa trasparenza, possiamo annoverare la situazione del bilancio comunale che ha portato al commissariamento, le decisioni in materia urbanistica, i rischi relativi agli impianti di radiotelefonia, fino alla potabilità dell’acqua erogata dall’acquedotto.
Eppure negli ultimi anni la legislazione si è evoluta proprio nella direzione di dare ai cittadini maggiori diritti nella conoscenza degli atti e dei dati amministrativi. Il diritto di accesso, già normato con la legge 241 del 1990 si è ampliato con il decreto legislativo 33 del 2013 che prevede all’articolo 5 il diritto da parte di chiunque di ottenere documenti, informazioni e dati che le pubbliche amministrazioni sarebbero tenute a pubblicare sui loro sito e ancor più col decreto legislativo 97 del 2016 che amplia l’accesso a tutti i dati e documenti. Così esteso è il diritto di accesso in materia ambientale (nell’accezione più ampia del termine) già a partire dal decreto legislativo 195 del 2005, che prevede che chiunque possa accedere, senza dover esplicitare motivazioni ed interessi, a tutte la documentazione in possesso delle pubbliche amministrazioni. Spero che il richiamo di queste norme possa risultare utile ai cittadini di Cefalù, che troppe volte vedono lesi i loro diritti di informazione.
La trasparenza della pubblica amministrazione è anche un potente strumento di prevenzione e contrasto alla corruzione e all’arbitrio da parte dei funzionari pubblici. E’ infine la condizione per poter fare davvero partecipare i cittadini alle scelte pubbliche, secondo una visione moderna della democrazia, che non vede attribuire a chi amministra una delega in bianco, ma richiede un continuo ascolto e confronto con i cittadini, per tenere effettivamente conto dei loro interessi, con forme di coinvolgimento pubblico trasparenti, che sono l’esatto contrario del favore discrezionale elargito ai soli “amici”.
Edoardo Croci