Ha avuto coraggio e per richiamare l’attenzione sulla sua drammatica situazione le sono bastati pochi secondi al computer. Ha lanciato un Sos a “Telefono azzurro” attraverso una chat. «Papà ci picchia e ci rinchiude in casa». Le operatrici del telefono dedicato agli abusi contro i bambini si sono messe subito sulle sue tracce ed è grazie all’Id del computer, l’indirizzo del pc, che sono riuscite a fare arrestare il padre. E’ la storia di quindicenne della quale non è stato fatto conoscere il paese dove vive. Una sola certezza: è un paese della provincia di Palermo. Il padre è un ex operaio edile di 73 anni. Adesso è finito agli arresti domiciliari. La figlia e la compagna dell’uomo sono state accolte in una casa-famiglia. «Ci trascinava per i capelli, ci rinchiudeva in casa, botte e pugni se non facevamo quello che diceva lui» ha raccontato alla polizia postale la compagna dell’uomo arrestato. I magistrati della procura di Palermo hanno anche ascoltato la ragazzina alla presenza di uno psicologo. Il giudice per le indagini preliminari, Fernando Sestito, ha scritto nella sua ordinanza: “La ragazzina soffre di attacchi di panico e di disturbi alimentari per i maltrattamenti subiti negli anni”. I maltrattamenti sarebbero cominciati nel 2003, quando la figlia aveva appena un anno. Madre e figlia hanno dichiarato di non avere mi denunciato nulla per paura di ritorsioni. E ieri non sono volute nemmeno tornare a casa per prendere i loro vestiti prima di andare incontro a una nuova vita.