Un lontano giorno di gennaio, mettendo piede per la prima volta nell’aula che mi avrebbe ospitato per il resto del mio quinto anno di scuola elementare, trovai ad accogliermi una sorridente piccola donna che dopo avermi presentato alla classe mi fece accomodare nel banco in prima fila. Mi sentii subito accolta e quasi abbracciata da tutte le mie compagne; la mia nuova maestra, con quel gesto ci diede una grande lezione di vita e riuscì a non farmi mai rimpiangere l’insegnante lasciata nella mia vecchia scuola.
La signorina Giuseppina Maggio, questo era il suo nome, era una donna austera, rigida ed esigente, espressione di un tempo lontano durante il quale la maestra era un concentrato di cultura che portava i discenti ad avere una solida preparazione di base. Donna puritana e timorata di Dio era presidentessa dell’opera di San Vincenzo presso la Diocesi di Cefalù, catechista nella chiesa dell’Artigianelli portava l’Eucaristia a casa delle persone ammalate. In famiglia si prendeva cura dei genitori e del fratello e non disdegnava seguire nella loro educazione anche le nipoti. A scuola era un’ottima insegnante adottava metodi alla portata di tutti lasciando trasparire la sua passione in ogni sua lezione. Era un punto di riferimento per la sua amorevolezza pari ad una mamma, lei che madre non era ma che riusciva ad esserlo ugualmente. Resta vivo il suo ricordo in chi, come me, ha potuto apprezzare il valore della sua determinazione e del suo impegno che solo donne del suo stesso stampo ne hanno fatto quasi una missione.
In questo 8 marzo, dedicato alle donne, credo sia doveroso menzionarla, non poteva mancare la signorina Giuseppina, maestra di scuola e di vita…grazie piccola grande donna, grazie per i tuoi preziosi insegnamenti.
Giovanna Castronovo