Giovanni Maggio quarto di otto figli nasce a Cefalù il 14 febbraio 1928 da Giovanni e Cefalù Concetta. Sin da piccolo dimostrò un carattere forte e veniva chiamato “u Minustru tonchi” visto che in tutto e per tutto voleva vincere e avere ragione sempre lui. Gianni come lo chiamavano parenti ed amici abitava con la sua famiglia in Via XXV Novembre “a strata San Mrasi” intesa così dai cefalutani perché in quella via si trova una chiesa dedicata a San Biagio. Crescendo in quella zona amava la marina di Cefalù e sin da piccolo seguì il papà pescatore.
Subito dopo la II guerra mondiale Gianni, già ventenne, viene chiamato ad assolvere gli obblighi di leva militare in marina con destinazione La Spezia. Viene imbarcato come motorista su una nave. Dopo la leva ritorna a Cefalù e si fidanza con una ragazza cifalutana, Tumminello Giuseppa. Il 29 ottobre 1953 convolano a nozze. Gianni e Giuseppa ebbero quattro figli: Vincenzo, Antonino, Concetta e Giuseppina. Erano gli anni in cui a Cefalù nel bellissimo promontorio di Santa Lucia sorge il Village Magique e Gianni, così come tanti altri suo amici pescatori cifalutani,vi andò a lavorare. Al Village Magique Gianni, con la sua piccola barca “lancitiedda” a cui aveva messo il nome “Concetta”, portava i turisti a fare escursioni in lungo ed in largo della scogliera, era orgoglioso e faceva ammirare e decantava le bellezze della sua amata Cefalù. Gianni lavorò anche come bagnino presso il lido “Cristal” sul lungomare di proprietà di Cimino. Era fiero di aver salvato tante persone durante la sua attività di bagnino qualche volta rischiò anche la sua stessa vita.
Purtroppo Gianni viene colpito da una malattia che gli causò l’amputazione della gamba destra. Non fu facile per Gianni accettare la sua infermità , aveva moglie e quattro figli piccoli da sostentare, aveva il suo lavoro, la sua “lancitiedda “che lo aspettava attraccata al Porto di Presidiana “Prissuliana”. Trascorsi i primi anni di disperazione, piano piano se ne fece una ragione ed aiutato moralmente dalla sua amata moglie Pina e dall’amore che nutriva per il mare cercò di riprendere la sua vita di pescatore. Anche se invalido senza la gamba riprese ad andare a mare con la sua ”launcitiedda “. Vi portava anche i figli ed insieme a loro pescava. Quando i figli si sposarono vi portava anche i nipoti. Giovanni morì il 20 aprile 1996. Possiamo affermare che Giovanni Maggio fu e sarà un esempio di coraggio e di speranza perché, grazie all’amore per il mare della sua Amata Cefalù, ha superato le difficoltà che l’handicap fisico gli procurava.