Uno studio dell’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale alla Salute, ha appurato irregolarità nel 56% degli operatori commerciali controllati nell’area costiera della provincia di Palermo. A dare la notizia il quotidiano La Sicilia. I risultati emersi sono stati presentati a Milano da Pietro Schembri, Direttore servizio 7 sicurezza alimentare e osservatorio epidemiologico Assessorato della Salute della Regione Sicilia, nella sede di Palazzo Pirelli della Regione Lombardia nel corso della tavola rotonda “Il Ghiaccio, un alimento troppo spesso sottovalutato”, organizzata da INGA – Istituto Nazionale Ghiaccio Alimentare con la partecipazione di Ministero della Salute, Regione Lombardia, Regione Sicilia e di esperti del settore.
Non sempre, quindi, il ghiaccio che consumiamo a casa e fuori casa è “sicuro”, come era stato già segnalato da Striscia la Notizia in un servizio che delinea un quadro preoccupante rispetto alla salubrità del ghiaccio servito in bar, ristoranti e fast food.
Guarda il servizio di Striscia la notizia.
Nell’estate del 2016 un’indagine realizzata dall’Università di Palermo ha fatto sapere che nel ghiaccio utilizzato per raffreddare le bibite nei bar e nei locali presi a campione, oltre all’acqua sono stati trovati diversi tipi di batteri. I ricercatori del dipartimento Scienze Agrarie e Forestali, guidati da Luca Settanni, hanno messo a confronto il ghiaccio prodotto da industrie di settore operative nella ristorazione, freezer casalinghi e quelli di bar e pub. «Le nostre analisi – spiegava il ricercatore – hanno rilevato, nelle campionature di tre bar/pub su cinque, concentrazioni consistenti di Enterococchi. In uno su cinque i livelli di Pseudomonas erano consistenti. Infine, in tutti i cubetti erano presenti Coliformi». Per quanto riguarda i campioni industriali «in due su 5 erano presenti Enterococchi, in uno abbiamo rilevato Pseudomonas, mentre sempre assenti i Coliformi». I cubetti “casalinghi” da freezer, invece, «ospitavano Pseudomonas e, in un caso, anche i Coliformi».