Abbiamo ricevuto e pubblichiamo un comunicato a firma del Gruppo Consiliare “Cefalù Terzo Millennio” sull’acqua non potabile che si ha a Cefalù dal 17 giugno del 2016.
Prendendo spunto dalla missiva del Sindaco di Cefalù avente per oggetto “Imminente sospensione erogazione idrica Comune di Cefalù”, prot. n. 18059 del 22/06/2017, inoltrata tra l’altro a S.E. il Prefetto di Palermo, senza voler minimamente entrare nella querelle relativa alla gestione del S.I.I. nel Nostro Comune, stante che la problematica è di carattere normativo, sebbene con ovvie refluenze di carattere economico per l’intera Comunità, è opportuno precisare talune affermazioni in merito alla qualità dell’acqua ed alla possibile interruzione dell’erogazione nel periodo estivo.
Nella suddetta nota, precisamente al terzultimo capoverso, si legge testualmente: “Per ciò che attiene l’ordinanza di non potabilità dell’acqua, emessa il 17/06/2016 e non revocata, deve precisarsi che il mantenimento della stessa si spiega con ragioni di prudenza, stante la miscelazione, all’acqua potabilizzata, di una modica quantità di acqua grezza, tale da non alterare, in buona sostanza, la qualità della risorsa distribuita, per come si evince dalle analisi nel tempo ripetute.”
Le affermazioni riportate non rispondono a verità.
Come è noto, infatti, con periodicità il SIAN, Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione, esegue dei campionamenti dell’acqua che viene erogata dal pubblico acquedotto per valutare sia gli aspetti di natura microbiologici che di natura chimico-fisico.
Dalla lettura delle risultanze del campionamento eseguito in data 15/05/2017, trasmesse al Comune di Cefalù con nota prot. 14198 del 19/05/2017, si evince che taluni parametri chimici superino abbondantemente i limiti stabili dalla norma l’acqua possa essere definita idonea al consumo umano (Tabella C – Allegato I – D. L. 31/2001).
I due parametri che rendono l’acqua non potabile sono: Cloruri pari a 429 mg/l e Sodio 280 mg/l; per il primo parametro il Decreto Legislativo 31/2001 stabilisce una soglia di accettabilità pari a 250 mg/l, mentre per il secondo la soglia è di 200 mg/l.
In buona sostanza non è vero che la miscelazione non alteri la qualità della risorsa distribuita ma al contrario rende l’acqua salata inficiando l’azione di potabilizzazione.
Pertanto, la mancata revoca dl’Ordinanza n° 50 del 17/06/2016, che doveva avere solo carattere temporaneo, non è giustificata da ragioni di prudenza, ma bensì dalla circostanza che l’acqua erogata dal pubblico acquedotto NON E’ POTABILE.
In poche parole siamo tornati indietro nel tempo ritrovandoci un’acqua salata che sgorga dai rubinetti delle nostre abitazioni.
Altra affermazione che non risponde al vero è la seguente: “Qualora, viceversa, dovesse, come paventato, cessare la produzione da parte del potabilizzatore, la Città, per la struttura stessa dell’impianto, che prevede l’approvvigionamento attraverso le vasche e le pompe di Sorgenti Presidiana, rimarrebbe completamente a secco, e con essa i presidi pubblici di emergenza, come l’Ospedale.”
E’ completamente errata la circostanza per la quale l’approvvigionamento idrico della Città possa avvenire SOLO dalle vasche di Sorgenti Presidiana, in quanto il sistema è strutturato in modo tale che sia sempre possibile escludere l’impianto di potabilizzazione e riversare l’acqua grezza, così come accade in parte adesso, nei serbatoi di distribuzione della Città.
Creare allarmismi su una possibile crisi idrica nel periodo estivo è solo un modo per allontanare l’attenzione della gente dal vero problema della gestione del Servizio Idrico Integrato che, attualmente e come stabilito dal TAR anche a partire dall’1/02/2016, è in capo al Comune di Cefalù.
Quanto sopra per fare conoscere alla Cittadinanza la realtà dei fatti.