Oh Cefalù
nel tuo lucido splendor
che il calor di questa estate esalta
e lascia il segno
tra le ombre lunghe dei ricordi
avvicinati ai nostri giacigli
che il nobile lavoro rallegra
e allontana i fantasmi agitati
dai funerei venti che soffiano sull’odio
E nel tuo capo di pietra scolpito
che il tempo affanna ansima e scalpita
fai conoscere il tutto di noi
a noi stessi
Cosi percossa l’anima sopporta acuti affanni
e le sue lacrime non scorrono invano
E le notti
quando alle ore arse del di già scorso
la luna il fresco estivo infonde
mormora d’azzurro il mare
scintillando tra le grevi onde
.
Cesare Moceo @
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Foto di Giovanna Sidoti