“Sulle Madonie siamo seduti sull’oro non dobbiamo inventare niente, in questi anni il modello Gangi è stato vincente perché non esportarlo altrove?” Lo afferma Giuseppe Ferrarello, candidato al Parlamento siciliano nella lista “Movimento dei Territori per Micari Presidente”. Ferrarello ha risposto alle nostre dieci domande che abbiamo rivolto a tutti i candidati.
Cefalù e il turismo. Cosa si propone per fare di Cefalù una vera località turistica che metta a frutto i tanti beni che ad oggi non vengono valorizzati?
Cefalù è già una vera località turistica, occorre maggiore consapevolezza delle potenzialità presenti in città, ma è anche necessario che pubblico e privato lavorino in sinergia, censire tutti quei beni che possono diventare potenzialmente attrattori turistici, renderli funzionali, metterli in rete e promuoverli a livello internazionale.
Cefalù città senza acqua potabile. Dai rubinetti delle abitazioni dei cefaludesi scorre acqua non potabile. Cosa pensa di proporre nel parlamento siciliano per risolvere questo problema?
Penso sia un problema transitorio, basta solo risolvere il contenzioso che va avanti da mesi su chi deve gestire l’acqua a Cefalù.
Cefalù e l’ospedale Giglio. Quale impegno assume per dare al territorio un ospedale che risponda sempre di più ai bisogni delle persone e dei malati?
L’ospedale Giglio è un’eccellenza nel panorama sanitario siciliano, occorre solo dare gli strumenti a medici e paramedici per operare con la dovuta tranquillità e per una maggiore uguaglianza del diritto alla salute e delle opportunità di accesso ai servizi sanitari occorre potenziare i servizi offerti alle Madonie.
Cefalù e le Madonie. Quale impegno assume per creare un vero e proprio sistema turistico locale?
Siamo seduti sull’oro non dobbiamo inventare niente, in questi anni il modello Gangi è stato vincente perché non esportarlo altrove? Cefalù e le Madonie costituiscono un patrimonio naturale e culturale unico, dobbiamo solo valorizzare queste risorse attraverso una strategia comune, un’offerta turistica integrata su tutto il territorio, lontano dai campanilismi, attraverso l’attuazione e l’utilizzo dei diversi strumenti di sviluppo locale che possono portare a una rinascita dei borghi sia montani, sia marinari.
Madonie e viabilità: le strade che collegano i comuni madoniti sono in stato di abbandono da anni. Intende assumere qualche impegno per risolvere questa drammatica situazione?
Sono circa mille i chilometri di strade che collegano le Madonie, una viabilità negli anni abbandonata, oggi occorre una programmazione per un intervento territoriale di manutenzioni straordinarie, il ripristino di quelle arterie al limite della percorribilità, e ancora serve progettare nuove strade di collegamento per una viabilità adeguata ad uno sviluppo turistico ed economico.
Piano Battaglia. Quale impegno assume per fare di Piano Battaglia una vera stazione sciistica e rilanciare il turismo nel suo territorio?
Dopo la realizzazione della seggiovia grazie ai fondi del Pist Madonie che mi onoro di presiedere, ora occorre solo mettere a rete i servizi potenziare la ricezione e migliorare la viabilità dell’area, tutto nel rispetto del territorio e dell’area Parco.
Parco delle Madonie. Parlare delle Madonie è affrontare il tema del suo Parco istituito nel 1989 e ad oggi mai decollato veramente. Cosa intende fare per valorizzarlo davvero?
Il Parco delle Madonie è nato per tutelare e valorizzare i segni di una civiltà e di un territorio, il suo compito deve essere di protezione e salvaguardia senza dimenticare però che da millenni vi vivono intere comunità con le loro esigenze, per valorizzarlo occorrono nuove risorse finanziarie e utilizzare al meglio quelle messe a disposizione della Unione Europea. Il Parco delle Madonie può diventare un importante attrattore turistico per tutta la Sicilia.
Madonie e lavoro. Nell’ultimo decennio hanno lasciato il nostro territorio circa ottomila persone. Cosa si propone di fare per fermare l’emigrazione dai nostri paesi?
Sarò ripetitivo, ma penso che dobbiamo puntare sulle risorse che abbiamo, oramai è finita l’era del posto fisso, per me il futuro non sono le grandi industrie ma è il turismo che può diventare trainante anche per gli altri settori produttivi, negli ultimi anni chi ha deciso di rimanere, specialmente le nuove generazioni, hanno capito che occorre puntare sulla qualità con piccole produzioni di nicchia ma anche versatili, per superare le barriere fisiche e infrastrutturali si deve puntare sull’innovazione e il commercio digitale.
L’agricoltura madonita è in ginocchio. Prevede di realizzare qualcosa per farla rialzare?
Agricoltura 4.0 in altre parole digitalizzazione e innovazione, facilitare l’accesso al credito delle start up, favorire l’integrazione delle imprese agricole con gli altri comparti, questo occorre per far ripartire un settore che certamente offre prodotti di qualità apprezzati in tutto il mondo.
Le Madonie sono un grande Museo a cielo aperto. Cosa ha in programma per valorizzare i tanti beni artistici e monumentali che si conservano nel territorio madonita?
La messa in rete dei tanti beni artistici e monumentali, promozione degli stessi, miglioramento della fruizione attraverso le nuove tecnologie digitali, cataloghi digitali e guide interattive in cinque lingue.