Scrive Elio Petri: «Avevo letto il libro di Sciascia A Ciascuno il suo. La molla scattò di qui, perché in quelle pagine era descritto in modo lucidissimo il mondo politico meridionale, le forze e la posta in gioco, i rapporti Chiesa-DC. Anche il ruolo dell’intellettuale, frustrato, castrato. Mi interessava anche che l’assassino finisse per essere il vincitore, perché era all’interno della classe dirigente.Un’ottica nuova, in questo, per allora. Se ho usato molto lo zoom fu perché lo girai in fretta.
Ma lo feci anche apposta perché volevo che nella Sicilia si individuasse un sud molto più vasto, senza confini, un sud che era quello di molti altri paesi. Il centro di interesse non era la mafia. Nel film ho anche cercato di proporre un’equivalenza tra immaturità umana o politica ed immaturità sessuale, un tema costante nei miei film.» (Elio Petri dal libro “L’avventurosa storia del cinema italiano”).
Sotto la locandina (allora censurata, del film)
Scheda del Film
Sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro
Fotografia:Luigi Kuveiller
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musica:Luis Enrique Bacalov
Paolo Laurana Gian Maria Volonté
Luisa Roscio Irene Papas
Rosello, un avvocato Gabriele Ferzetti
Curatore di Sant’Amolo Mario Scaccia
La madre di Paolo Laura Nucci
Professor Roscio Salvo Randone
Arturo Manno, farmacista Luigi Pistilli
deputato comunista Leopoldo Trieste
Raganà, associato Rosello Giovanni Pallavicino
Dottor Antonio Roscio Franco Tranchina
Mrs Manno Anna Rivero
Rosina, amante di Manno Luciana Scalise
ispettore di polizia Orio Cannarozzo
membro del cast Carmelo Oliviero
membro del cast Carlo Ferro
membro del cast Tanina Zappalà
membro del cast Valentino Macchi
membro del cast Michele Vannucci
Assistente direttore Marcello Crescenzi
Script Supervisor Luigina Lovari
Trucco Pierantonio Mecacci
Direttore musicale Bruno Nicolai
Suono Mario Bramonti
Ri-registrazione del suono Mario Morigi
Trama breve:
Onesto laureato di provincia, intellettuale di sinistra, scopre il mandante di un duplice delitto in Sicilia. Si confida con l’amante segreta del mandante e viene eliminato. Il primo dei quattro film di G.M. Volonté tratti da Leonardo Sciascia. Nastro d’argento (1968) per la migliore regia e per il migliore attore protagonista (Gian Maria Volonté) e non protagonista (Gabriele Ferzetti).
Biografia di Elio Petri
Elio Petri nasce a Roma il 29 gennaio 1929 da una famiglia di artigiani. Della sua infanzia dirà, in un’intervista rilasciata a Dacia Maraini: “ero un bambino infelice, avevo paura della morte, ero insicuro, solo. L’unica cosa che rimpiango sono certe giornate di sole in una Roma vuota e silenziosa, accanto al corpo bassotto di mio padre”. Sin da giovane si dedica alla militanza politica e alla critica cinematografica partecipando alle attività della federazione giovanile del Partito Comunista. Inizia la sua carriera professionale come giornalista a “L’Unità” (dove ricopre il ruolo di vice-critico cinematografico) terminando, negli anni dell’invasione sovietica dell’Ungheria, con il giornale “Città Aperta”. Grazie all’incontro con Giuseppe De Santis, nel 1951 esordisce nel mondo del cinema come sceneggiatore (non accreditato) e aiuto regista per il film “Roma ore 11” di cui realizza anche l’inchiesta preparatoria sul fatto di cronaca che sarà pubblicato nel 1956 da “L’Avanti”. Negli anni successivi prosegue l’attività di sceneggiatore e nel 1954 dirige il cortometraggio “Nasce un campione” seguito, nel 1957, da “I sette contadini”. All’età di trentadue anni gira il suo primo lungometraggio, “L’assassino” (1961), interpretato da Marcello Mastroianni, Micheline Presle e Salvo Randone che ricoprirà il ruolo di protagonista nel successivo film di Petri, “I giorni contati” (1962), vincitore del Festival di Mar de la Plata. Dopo “Il maestro di Vigevano (1963) e “Peccato nel pomeriggio” – episodio di “Alta infedeltà” (1964) – realizza il film di fantascienza “La decima vittima (1965), tratto da un racconto di Robert Sheckley. La pellicola successiva “A ciascuno il suo” (1967), ispirata al romanzo di Leonardo Sciascia, segna l’inizio dello felice collaborazione con l’attore Gian Maria Volonté, con lo sceneggiatore Ugo Pirro e con il direttore della fotografia Luigi Kuveiller. A “Un tranquillo posto di campagna” (1968), ritratto di un artista alienato interpretato da Franco Nero insieme o Vanessa Redgrave, seguiranno nel 1970 il film denuncia sul potere della polizia “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (premio Oscar come miglior film straniero e premio speciale della giuria al Festival di Cannes) e, nel 1971, “La classe operaia va in paradiso” (Palma d’Oro al Festival di Connes ex aequo con “Il caso Mattei” di Francesco Rosi), un’opera che, come scrive il regista al produttore Dino De Laurentiis, “sta dalla parte degli operai, in tutti i sensi, quindi anche dal punto di vista politico, soprattutto dal punto di visto umano”. Il lucido affresco della società italiana è completato da “La proprietà non è più un furto” (1973), amara riflessione sul ruolo del denaro, e da “Todo Modo” (1976), specchio del decadimento della Democrozia Cristiana, ritirato dalle sale dopo un mese solo di programmazione. Con “Le mani sporche” (1978), versione per la Rai del dramma omonimo di Jean-Paul Sartre, e “Buone notizie” (1979), prodotto dallo stesso regista con Giancarlo Giannini, si chiude lo sua carriera cinematografica. Elio Petri muore a Roma il 10 novembre 1982 prima di riuscire a girare il film “Chi illumina la grande notte”.