«Ho chiesto se c’è una scuola per giovani imprenditori. Mi è stato detto di no. Se non esiste bisogna inventarla». Lo afferma il vescovo Giuseppe Marciante in una intervista pubblicata sul sito della diocesi di Cefalù a cura di Franco Mogavero. A fare scattare la richiesta del Presule è il dramma emigrazione che negli ultimi anni ha colpito la diocesi cefaludese.
Nei primi quindici anni di questo nuovo secolo le Madonie hanno perso 8.466 abitanti. Se consideriamo che mediamente un comune madonita conta circa 3.500 abitanti se ne deduce che nel territorio sono scomparsi due paesi.
«So già che una delle sofferenze più forti è la fuga dei giovani che scappano – continua Marciante – perché non vedono futuro. Tutto questo l’ho sperimentato. Alcuni miei nipoti son dovuti andare in Germania a trovare lavoro, altrimenti rischiavano di morire di fame. Una comunità sociale, politica, che non sa trattenere i propri figli, che non riesce a donare prospettive, deve sentire fortemente, come una madre, il peso delle sue colpe». E Marciante aggiunge:«Non possiamo sentirci a posto con la coscienza. La Chiesa è chiamata a dare ai giovani strumenti culturali per percepire quali potrebbero essere le prospettive per il domani». da qui l’idea di una scuola per giovani imprenditori. E il nuovo vescovo di Cefalù chiude: «Bisogna chiedersi come convertire un disagio in un progetto. Su questo la Chiesa può collaborare.Potrebbe essere il punto di incontro di diverse energie. Bisogna dare ai giovani almeno la possibilità di sognare. Quando i sogni sono fatti insieme e vengono da Dio possono diventare realtà».