«Rinati figli di Dio» attraverso il battesimo, «lo siamo per sempre». È quanto ha sottolineato Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 9 maggio, in piazza San Pietro. Proseguendo nel ciclo di catechesi dedicate al sacramento dell’iniziazione cristiana, il Pontefice ha parlato del rito centrale del «santo lavacro» accompagnato dall’invocazione alla Trinità. Con questo gesto, ha spiegato, «il battesimo ci apre la porta a una vita di risurrezione» grazie alla quale «viene sepolto l’uomo vecchio, con le sue passioni ingannevoli», e rinasce «una nuova creatura».
In questo senso il sacramento «imprime un sigillo spirituale indelebile» che «non si perde mai». Anche se «una persona diventa un brigante», ha aggiunto il Papa parlando a braccio. Perché «Dio mai rinnega i suoi figli», ha ribadito invitando i fedeli presenti a ripetere con lui questa espressione.
Nel battesimo, in definitiva, è racchiuso il senso della vocazione cristiana: «vivere uniti a Cristo nella santa Chiesa, partecipi della stessa consacrazione per svolgere la medesima missione, in questo mondo, portando frutti che durano per sempre». Così «l’intero popolo di Dio partecipa delle funzioni di Gesù Cristo, sacerdote, e profeta, e porta le responsabilità di missione e servizio che ne derivano».
Al termine della catechesi, salutando come di consueto i vari gruppi linguistici presenti in piazza, Francesco si è rivolto ai pellegrini di lingua araba rinnovando l’invito «a coltivare la devozione alla Madre di Dio con la recita quotidiana del rosario, pregando in particolare per la pace in Siria e nel mondo intero». In precedenza, parlando ai fedeli di espressione inglese, il Papa aveva rivolto un pensiero particolare ai «piccoli agricoltori» e li aveva ringraziati «per il loro contributo alla nutrizione di tutti nel nostro mondo».