Scoperto il regista dell’embrione umano, che decide se e quali cellule indifferenziate formeranno pelle o cervello, ossa o muscoli. Inseguito da quasi un secolo, l’organizzatore che modella gli esseri umani è descritto su nature dal gruppo di Ali Brivanlou, della Rockefeller university di New York. Per motivi etici la ricerca è stata condotta su una versione dell’embrione umano con poche cellule fatte organizzare in un embrione di pollo, senza completare lo sviluppo. L’esperimento ha prodotto un laboratorio senza precedenti per studiare molti aspetti dello sviluppo dell’embrione umano finora sconosciuti e per capire in questo modo non solo il modo in cui viene ‘assemblato’ l’organismo di un individuo, ma come eventuali errori lungo questo percorso possono essere all’origine di molte malattie. La scoperta indica inoltre che il regista non è esclusivo degli esseri umani perché si è conservato molto bene attraverso l’evoluzione. Scoprire il regista, o l’organizzazione, dell’embrione umano è stato possibile utilizzando le cellule staminali embrionali come un laboratorio vivente: su un piattino di laboratorio e utilizzando una minuscola ‘impalcatura’, le cellule staminali embrionali umane sono state fatte crescere e guidate a organizzarsi con l’aiuto di fattori di crescita, finché non è scattata la catena di eventi nella quale una staffetta di proteine ha cominciato a organizzarle in modo preciso. In questo modo i ricercatori hanno visto formarsi una gastrula in miniatura, ossia lo stadio primitivo dello sviluppo nel quale l’embrione si organizza si organizzano in una struttura sferica formata da tre strati concentrici chiamati foglietti embrionali, che daranno origine agli organi, alla placenta e alle strutture necessarie perché l’embrione si impianti nell’utero. Questa versione in miniatura dell’embrione primitivo, chiamata gastruloide, è stata poi messa ulteriormente alla prova ricorrendo a una chimera. È stata cioè impiantata in un embrione di pollo per avere la prove ulteriore e definitiva della sua capacità di organizzarsi. La scoperta corona il filone di ricerca inaugurato nel 1924 dagli embriologi tedeschi Hans Spemann e Hilde Mangold, che per primi avevano individuato l’organizzatore dello sviluppo embrionale in cellule di organismi molto semplici, come quelle di salamandra.