Muore carabiniere palermitano mentre aiuta camionista in panne

Una folla commossa ha dato l’ultimo saluto nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Arquà Polesine, in provincia di Rovigo, ad Antonino Modica il carabiniere palermitano morto venerdì scorso in servizio, mentre aiutava un camionista rimasto in panne. L’incidente è avvenuto lungo la strada regionale Transpolesana, che collega Rovigo a Verona. Modica, 55 anni, sposato e padre di due figli era nato a Palermo, era arrivato in Polesine nel gennaio 1989. Era sceso dalla vettura di servizio per aiutare il conducente di un’autocisterna, ferma a bordo strada. In quel momento è però sopraggiunto un altro mezzo pesante, che ha travolto il militare e l’autista del mezzo in panne. Modica è morto sul colpo, mentre il ferito è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Padova. In stato di choc il carabiniere che prestava in quel momento servizio con Modica.

Ai funerali di Stato oltre alle autorità civili e militari provinciali e regionali era presente l’ordinario militare per l’Italia Santo Marcianò che ha celebrato la cerimonia assieme ai vescovi della diocesi di Adria e Rovigo Pierantonio Pavanello e al parroco di Arquà don Vincenzo Cerutti.Ad accogliere il feretro il picchetto d’onore dei Carabinieri sul sagrato della chiesa, martedì 17 luglio alle 17. Lo stesso picchetto d’onore che nei giorni scorsi ha vegliato sul militare morto e sui suoi cari. Tutto attorno una comunità, quella di Arquà Polesine che ha accompagno il carabiniere Antonino Modica nel suo ultimo viaggio.

«Antonino ha seguito la via della compassione come tanti santi e tanti altri appartenenti all’arma. È morto nella via del servizio Antonino, proprio dove tante volte dove si è consumata la sua dedizione al lavoro. C’è un posto cara Elisa e dove il vostro papà cari Elena e Luca è accolto. Cari amici turbamenti e angoscia non sono solo sentimenti nostri ma anche vissuti da Gesù nell’orto degli ulivi — ha raccontato commosso durante l’omelia monsignor Santo Marcianò —. È stato un uomo di grande compassione, è di questo patire con gli altri che il nostro mondo ha bisogno per sconfiggere la cultura dell’indifferenza che rischia di disumanizzarci e Antonino ha vinto questa cultura dell’indifferenza a e dello scarto. Ha sconfitto la cultura della morte con quella del vita. Anche tra le lacrime possiamo dire: ne siamo fieri. Morendo ha dato la vita. Così si sconfigge la cultura della morte».

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