La prima estate ragazzi, a Polizzi Generosa, si è tenuta nel lontano 1979. Era il mese di agosto e fra i ragazzi le ragazze non c’era internet e nemmeno whatsapp. Facebook, invece, sarebbe arrivato solo trenta anni dopo. In questo clima, che oggi potrebbe apparire assai strano, un gruppo di ragazzi e ragazze decidono di trascorrere insieme una settimana, all’ombra del Salone parrocchiale, fra giochi, canti, riflessioni e pranzi comunitari. Vi proponiamo il ricordo di quell’esperienza nel racconto di Sonia Affronti che vi ha partecipato.
È incredibile come un “buon pomeriggio” buttato lì per caso (ma forse non tanto per caso), faccia ripiombare in un passato che si credeva ancorato in quei angoli nascosti della memoria tra ragnatele di ricordi che legano la propria vita ad attimi, immagini, suoni, odori di un tempo che si crede “andato, trascorso” e che, invece, è sempre vivo dentro di te perché parte di te.
“Ricordi….?” mi viene chiesto. Meglio dire come dimenticare! Già! Come dimenticare tutto quel che ha fatto di te l’uomo o la donna che oggi sei?! Guardo le foto dell’estate 2018 dei ragazzi a Polizzi Generosa, di quel paese che domina la sua vallata dalla cima del monte sul quale sorge, e quei volti sorridenti, sudati, illuminati di gioia non sono più quelli dei ragazzi oggi immortalati da uno scatto in un caldo pomeriggio di agosto. Sono volti questi a me sconosciuti…. Invece eccoli lì…. ! E sorrido davvero nel rivederli uno ad uno davanti gli occhi della mia memoria come fossero concretamente a me davanti!
Dai! Non ci credo! I giovani dell’estate polizzana 1979! Vorrei scrivere tutti i loro nomi e non so da dove iniziare: e se al secondo posto o al terzo metto Tizio invece di Caio? Se si legge ci resterà male? Ma no! E allora ecco Erina, Sara, Sandra, Salvatore, Antonella Sergio, Natalina, Daniela, Clara, Mario, Mariuccia, Gandolfo, Isabella, Tony, Gandolfo (ce ne sono diversi) e tanti altri ancora…..
Aldilà delle singole amicizie magari rese più salde da quelle affinità che da sempre intessono i rapporti tra essere umani, non c’ era nessuno più importante dell’altro: eravamo tutti ugualmente importanti come “dimostrava” sempre Mario, la nostra “Guida”, il nostro riferimento.
Non era decisamente una estate come quella ritratta nel 2018, no. Non me ne vogliate per carità: ma io ho vissuto quella (e anche qualche altra successiva) e quelle restano per me uniche, diverse magiche. Eravamo un solo gruppo e come tale, avevamo una identità, un nome, come una famiglia: L.’A.E.I.F. l’albero e i frutti. E si!
Direte voi “ma cosa c’entra ‘sto nome?” Un nome che la dice tutta, altroché. Un nome nato per caso a fine camposcuola come sintesi naturale di un percorso condiviso per 7 lunghissimi e brevissimi giorni.
Aldilà delle ovvie differenze temporali che non ci vedevano impegnati a selfarci o a chattare o a postare, eravamo ragazzi come lo sono i ragazzi di questa estate….forse con un po’ meno filtri interpersonali e diversamente socialmediatici.
Come dimenticare le nostre riunioni rigorosamente in cerchio con al centro, per terra, la Parola che ha nutrito il nostro cuore, lo ha formato collegandolo alla mente, per camminare nella strada della vita cercando di non allontanarsi mai troppo ad quell’Amore che abbiamo imparato a conoscere quell’estate e del quale parlavamo confrontandoci…interrogandoci….condividendo….
Come dimenticare le colazioni al sacco messe al centro del grande tavolo per essere condivise tra noi tra risate schiamazzi battute! Come dimenticare la recita della preghiera a fine pomeriggio del vespro o al mattino delle lodi, con canti all’unisono accompagnati dalla chitarra di Salvatore!
E le partite di pallone? I gavettoni? le chiacchierate sulla terrazza del salone parrocchiale? Le passeggiate? Le camminate fuori paese? Le celebrazioni della messa? Tutte cose banalissime direte voi! Mah sarà! Ma non per chi le vive e poi vogliamo mettere? Per quanto mi riguarda grazie a quell’estate sono diventata una chitarrista cattolica! Si si! Perche ho imparato in parrocchia a Polizzi a suonare emulando le dita di Salvatore prima e di Erina poi che vedevo volare letteralmente sulla tastiera! Ci devo riuscire pure io! Riuscii.
Quell’Albero continua a crescere giorno dopo giorno, estate dopo estate e continua a dare frutti e vedere crescere quelli già da lui caduti! È la vita! Estate 2018… estate 1979 alla fine siete lì immote nel tempo di chi vi Vive e vi ha vissuto.
Siete parte di noi. Ricordiamo e ricorderanno. Altre ne verranno! E ognuna di esse andrà ad aggiungere il suo tassello di vita in chi la vive. E allora estate sia ragazzi perche come recita il Quoelet “c’è un tempo per tutto” e questo è il vostro, giovani dell’estate polizzana 2018, il vostro tempo per piantare i vostri frutti.