La reliquia della santa Croce: la tradizione più antica del Salvatore


Le festa del Salvatore è legata storicamente dalla presenza a Cefalù di una Reliquia che risale ai giorni di Ruggero. E’ il Reliquiario della santa Croce che fino a qualche tempo fa si portava in processione fra le vie della città. Di questa teca si ha notizia nel primo inventario sulla suppellettile liturgica della Cattedrale che ha elaborato nel 1149 il canonico cellario Bosone che dodici anni dopo viene eletto quale primo vescovo di Cefalù. In questo elenco si scrive di un “Legno del Signore con due tavole d’oro gemmate” esistente a Cefalù. La notizia della sua presenza torna nel XVI secolo quando si racconta che il Reliquiario viene inserito in una teca aurea cruciforme.Questa custodia della Croce risalente a Ruggero è arrivata fino ai nostri giorni. A sistemarla ha pensato il vescovo Proto qualche anno prima della sua morte avvenuta nel 1854. Oggi il Reliquiario si presenta in un complesso d’argento a doppia faccia con due angeli in adorazione sui rami che ornano la base. Al suo interno la reliquia che è formata da alcuni pezzetti di legno legati da un filo dorato.

I cefaludesi hanno da sempre venerato questa reliquia. E’  l’unica infatti, che viene sempre citata nei diversi inventari che vengono approntati lungo i secoli. Una venerazione, quella dei cefaludesi, che fino alla prima metà del XX secolo vedeva svolgere la solenne Processione del 6 agosto, per le vie principali della città, solamente con questa Reliquia. Non si ha notizia, però, delle due tavole d’oro gemmate che facevano parte di questa custodia fin dall’inizio. Con molta probabilità sono state trafugate da Federico nel 1200 insieme a tutti i preziosi che si trovavano in Cattedrale. A Cefalù sono rimaste solamente le vesti regali di Re Ruggero: la tunica, la dalmatica e una stola ma senza i gioielli che le adornavano. In particolare della tunica e della dalmatica sono rimasti solo alcuni sfilacci perché nei secoli sono state molto venerate spingendo chiunque a ritagliarne delle particole. La stola di Ruggero, invece, è la veste meglio conservata ed è lunga circa sessanta centimetri.

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