Cefalù: Federconsumatori torna a scrivere sull’acqua non potabile. Chi risponderà?

Sull’acqua non potabile che scorre dai rubinetti delle abitazioni di Cefalù dal 17 giugno del 2016 torna a parlare la Federconsumatori. Con una nuova lettera inviata a Istituzioni, giornali, trasmissioni televisive e Procura della repubblica il presidente Giovanni Brocato torna al alzare il coperchio che nasconde la situazione drammatica nella quale vive da anni la città di Cefalù. Pubblichiamo la sua lettera. Qualcuno risponderà?

Facendo seguito alla nostra del 17 u.s., si chiede a TUTTI Lor Signori, prima che accada l’irreparabile, di attivarsi affinché dai rubinetti dei cefaludesi, fuoriesca di nuovo ACQUA POTABILE e non come quella visibile e certificata nelle foto e analisi (allegate)!

Ci si permetta, innanzi tutto, di richiamare il seguente principio stabilito dalla S.C. di Cassazione e di cui se ne trascrive uno stralcio: “Il gestore del S.I.I. é titolare di una posizione di garanzia in quanto deve assicurare, in base all’art. 4, comma 1, del D. Lgs. 31/2001, la salubrità e la pulizia delle acque destinate al consumo umano. Ne consegue che, a norma dell’art. 5, comma 1, i valori di parametro fissati dalla legge per le acque fornite attraverso una rete di distribuzione devono essere rispettati nel punto di consegna e nel punto in cui queste fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano” (Cass. Pen. 28/02/18, n.9133).

Da quanto statuito nella sentenza ne discende che, una volta individuate le cause della non conformità, il gestore ha l’obbligo di adottare i correttivi gestionali di competenza necessari all’immediato ripristino della qualità delle acque erogate (art.10 comma 2). A questo punto sarebbe lecito porsi un interrogativo al fine di verificare se ciò è stato fatto. Evidentemente la risposta non può che essere negativa, stante il fatto che, a tutt’oggi, è ancora in vigore l’ordinanza n. 50! Ciò che appare assurdo è il fatto che tale situazione perduri ancora, nonostante abbia avuto inizio dall’ormai lontanissimo 17 giugno 2016.

Nessuno, ad oggi, è in grado di stabilire quali siano le conseguenze per il nostro organismo/corpo e sebbene si sia in presenza di un’ordinanza che recita testualmente:

E’ VIETATO TEMPORANEAMENTE E FINO A NUOVA DISPOSIZIONE L’USO DELL’ACQUA EROGATA DAL PUBBLICO ACQUEDOTTO DI CEFALU’, PER IL CONSUMO UMANO E LA PREPARAZIONE DEGLI ALIMENTI”, i cittadini si vedono costretti ad utilizzarla ugualmente, in quanto, allo stato attuale non sono state create delle valide alternative a tale assurda situazione.

La nostra Associazione si augura che,  il responsabile del servizio prevenzione di Cefalù, si sia attenuto a quanto contenuto in una missiva del SIAN (di cui si riporta un passaggio):

Sarebbe stato, altresì, auspicabile, sollecitare il sindaco ad attivarsi a rifornire, di acqua potabile, tutta la città, sia i cittadini che le attività commerciali ed artigianali (panifici, pasticcerie ecc. ecc…..) ed in particolare gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, trattorie ecc. ecc…) e le attività ricettive (B&B, affittacamere, alberghi e similari), nonché gli istituti scolastici, tramite autobotti che, sino ad oggi, non si sono viste. Importante sarebbe stato, altresì, verificare, anche di persona, se le attività commerciali siano dotate, di impianti di depurazione e, di conseguenza, adottare i provvedimenti necessari.

In caso contrario ci dovremmo chiedere per chi debba valere l’ordinanza sopra citata e quindi chi ne sarebbero i destinatari. Doveroso sarebbe anche fare eseguire e, successivamente, pubblicare gli esiti delle analisi dell’acqua che viene erogata dai rubinetti ed avere parimenti contezza che la clorazione avvenga secondo i parametri fissati dalle leggi vigenti e per il rispetto dei quali si chiede l’intervento immediato delle Autorità competenti (NAS……..).

Quanto sopra, viene richiesto non solo per la garanzia igienica e salutare dei cittadini cefaludesi ma, anche per le migliaia di turisti che sono presenti nella nostra cittadina e che magari sconoscono l’esistenza del provvedimento sindacale e della non potabilità dell’acqua che fuoriesce dai rubinetti.

Come Associazione che ha a cuore la salute dei cittadini, abbiamo intrapreso questa battaglia che continuerà, ne siamo certi, sino a quando non verrà trovata un’adeguata soluzione alla problematica dell’acqua e garantita la salute dei cefaludesi. Per raggiungere tale importante obiettivo, però, è necessario che ognuno faccia la sua parte, dalla Sanità alle forze dell’ordine cui spetta, in primis, il compito di tutelare anche la salute dei cittadini senza tralasciare le altre associazioni sia locali che regionali e nazionali per far sì che  i cittadini che vivono, da anni, una situazione assurda, quasi da terzo mondo, possano essere sicuri di essere tutelati e di vedere che le Istituzioni sono vicine a loro.

E infine, volete prendere in considerazione, anche per un solo momento, quello che potrà verificarsi all’arrivo delle fatture per gli anni arretrati (dal 1 febbraio 2016 al…………….. e dal 17 giugno 2016 al………..……da fatturare come acqua NON potabile)? Distinti saluti

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