Anci: intesa con il governo, fondi in tre anni alle periferie

“Abbiamo una soluzione, il principio è salvo, i fondi sono tutti salvi. Nel prossimo decreto del governo, la prossima settimana, saranno stanziati i fondi nell’arco di un triennio, sulla base delle effettive necessità dei Comuni”. Lo dice Antonio Decaro, presidente Anci, all’uscita da Palazzo Chigi. “Evidentemente è una mediazione, ma siamo partiti dalla decurtazione di 1,6 miliardi. Per alcuni non è la soluzione che volevamo ma abbiamo preso una decisione tutti insieme”, aggiunge. “Attraverso la conferenza unificata cercheremo di recuperare quegli 800 milioni che sono oggetto di una sentenza della Corte costituzionale. Saniamo l’incostituzionalità di quell’articolo 1 comma 140 che finanziava per la metà il bando per le periferie. Contemporaneamente con il prossimo decreto del governo recuperiamo la norma originaria dando la possibilità a tutti i Comuni di procedere con la progettazione”, spiega il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro. “Non tutti realizzeranno i progetti l’anno prossimo: le risorse saranno assegnate sulla base delle effettive necessità”, afferma. “Ho ascoltato con grande disponibilità le istanze dell’Anci – afferma in una nota Conte – e con i sindaci presenti ho condiviso l’obiettivo di avviare un percorso per giungere alla migliore soluzione possibile e nei tempi più rapidi. La soluzione che intendiamo adottare è quella di inserire nel primo decreto utile (successivo alla conversione del Milleproroghe) una norma che di fatto dia la possibilità di recuperare la realizzabilità dei progetti già in fase avanzata”. “L’incontro è andato male perché Conte si è presentato senza una proposta ma con generici impegni futuri. Intanto però con il via libera al Milleproroghe i fondi per le periferie saranno bloccati”. Così Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, spiega al telefono il suo dissenso rispetto all’intesa siglata dall’Anci questa sera a Palazzo Chigi. “Al termine di una trattativa serrata, Conte ha parlato di generici decreti futuri: di concreto non c’è niente”, aggiunge.

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