Una guida turistica dedicata alla Sicilia parla dell’Isola come di una terra con “radicati atteggiamenti di tipo mafioso”. Secondo l’autrice Ros Belford, nel suo articolo per la collana “Easy Rough Guide”, la città dei templi “ha uno scarso senso d’identità” e “una maggiore tendenza tra i ristoratori, rispetto al resto della Sicilia, a perpetrare piccole truffe”. Le affermazioni hanno scatenato la pronta reazione del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto. “Chiederò alla prestigiosa casa editrice Feltrinelli – dichiara il primo cittadino – di proporre a Ros Belford una riscrittura della guida sulla Sicilia più rispettosa della genuina e generosa gente di Agrigento e di Sicilia, che non merita di certo di esser qualificata in questo modo. Soprattutto non lo meritano i tanti lavoratori che onestamente e tra tante difficoltà si guadagnano da vivere. Tutti possono impegnarsi a fare meglio e di più per rendere più bella e accogliente Agrigento, ma la città non corrisponde per niente a come viene descritta. Da noi – aggiunge Firetto – l’ospitalità è sacra da 2600 anni, dai tempi del munifico Gellia, e non sarà una singola esperienza a compromettere la reputazione degli agrigentini. Siamo pronti ad ospitare Belford per dimostrargli quanto si sbaglia”. Sulla vicenda interviene anche Gabriella Cucchiara, presidente Fipe Confcommercio: “Il fatto che la città di Agrigento venga indicata come una delle città più povere d’Italia non autorizza nessuno a scrivere che qui da noi gli atteggiamenti mafiosi sono ben radicati e soprattutto a far passare il messaggio a dir poco fuorviante che i ristoratori agrigentini tendono a truffare i turisti. Gli operatori del settore sono rimasti indignati dalle accuse a loro rivolte”.