Un borgo madonita alla settimana. Vi presentiamo un comune delle Madonie a settimana. Lo facciamo nei dettagli invitando i lettori ad inviarci immagini e foto della comunità per allestire una gallery che pubblicheremo a chiusura dei nostri diversi articoli. Iniziamo con Geraci Siculo che conta 1.823 abitanti. Fa parte del Parco delle Madonie ed è incluso nel club de «I borghi più belli d’Italia». Ha origini antiche ed un impianto urbanistico risalente al medioevo. Le sue principali attività sono l’agricoltura e la pastorizia. Di rilevante importanza è lo stabilimento per la raccolta e l’imbottigliamento dell’acqua minerale proveniente dalla fonti delle montagne geracesi. Diverse le sue tradizioni: Tra le più importanti sono da ricordare la festa del ringraziamento (dedicata ai Santi Bartolo e Giacomo) e la festa del Crocifisso. Tra le manifestazioni il torneo cavalleresco in costume d’epoca denominato “Giostra dei Ventimiglia “. Nel suo territorio hanno abitato gli uomini sin dalla preistoria come testimoniano i reperti rinvenuti nelle campagne limitrofe. Diversi degli oggetti che testimoniano l’età preistoria di Geraci sono esposti nel Museo Minà Palumbo di Castelbuono e nel Museo Archeologico di Palermo. Dall’Unità d’Italia ad oggi il periodo d’oro che ha visto abitare il paese dal maggior numero di abitanti è stato all’inizio del ‘900 quando vi risiedevano oltre cinquemila persone. Il censimento del 1901 ne ha registrati 5.029. In seguito la popolazione è diminuita negli anni fino a toccare il minimo nel 2016 con 1.871 abitanti. Le famiglie, sempre nel 2016, erano 841.
Durante il periodo degli Svevi il Borgo è entrato nell’orbita della famiglia Ventimiglia diventando una Contea. E’ il 1528 quando Enrico II Ventimiglia diventa Conte di Gearci sposando la contessa Isabella, di origine normanna e membro della Casa reale di Federico II. I Ventimiglia fanno di Gearci la capitale della contea che durante il regno di Corrado II ha fra i suoi confini Collesano, Petralia Superiore e Inferiore, poi Gratteri e Isnello. Il Conte Enrico ottenne importanti beni e palazzi nella città vescovile di Cefalù. Nel 1419, la capitale dello “stato delle Madonie” fu trasferita da Geraci a Castelbuono, per volere del conte Giovanni I Ventimiglia. Nel 1436 la Contea di Geraci diventa Marchesato ponendo il signore di Geraci al primo posto del Parlamento siciliano. Negli anni 1595 e 1606 il Marchese di Geraci e Principe di Castelbuono è nominato Presidente del Regno. Da quel momento Castelbuono assume le funzioni centrali, sia dal punto di vista amministrativo che militare. Nel 1813 il Principe Giuseppe Ventimiglia di Belmonte è stato arrestato a Palermo per aver difeso la costituzione e la libertà del Regno di Sicilia. Scarcerato dagli inglesi subisce in carcere un tentativo di avvelenamento, Ministro degli Esteri per il Regno di Sicilia fu mandato al congresso di Vienna 1814 a difendere l’autonomia dell’Isola, ma pare venne assassinato a Parigi mentre preparava le carte 15 giorni prima dell’apertura del congresso nel quale la Sicilia senza alcuna difesa ricadde nelle mani Borboniche. Negli anni successivi Geraci vive una vita politica e amministrativa uguale a quella di tanti altri Paesi dell’entroterra siciliano. I Ventimiglia però, l’ultimo ramo rimasto, quello dei Ventimiglia di Monteforte continuano fino ai nostri giorni ad interessarsi delle sorti della Contea.