Il 1° novembre di cento anni fa veniva affondata nel porto di Pola per opera di due incursori della Regia Marina, la corazzata moderna Viribus Unitis, nave ammiraglia, gloria e vanto della marina austro-ungarica. L’azione d’assalto fu condotta dal Maggiore del Genio navale Raffaele Rossetti e dal Tenente medico Raffaele Paolucci. I due ufficiali erano partiti dal Canale di Venezia nel pomeriggio del il 31 ottobre, insieme al MAS 95 e alla torpediniera 65PN. Quest’ultima, trasportava a bordo l’esemplare dell’apparecchio S2 ossia la Torpedine semovente (derivato da un siluro, con propulsione ad aria compressa), denominata “Mignatta”. Il piccolo convoglio al comando del capitano di fregata Costanzo Ciano, comprendeva anche la seguente scorta: la torpediniera 66PN e il MAS 94. L’obiettivo era il porto di Pola, dove era ancorata la flotta della k.u.k. Kriegsmarine, che per tutto il conflitto aveva attuato una particolare strategia, la cosiddetta “fleet in being”, che consiste nel timore che la flotta possa uscire all’improvviso. Di conseguenza per gli italiani, l’unico modo per affrontarla era di colpirla nel suo rifugio navale. E così, intorno alle 20.00 dello stesso giorno al largo delle Isole Brioni, nel mare Adriatico, l’S2 fu calato in mare e trainato dal MAS 95 fino alla diga foranea del porto di Pola. Dopodiché i due incursori, eludendo i servizi di guardia si avvicinarono a nuoto verso la banchina, manovrando il caratteristico ordigno. Dopo aver superato una serie di ostruzioni e avendo individuato il bersaglio, la “Mignatta” si avvicinò alla Viribus Unitis, alle prime luci dell’alba. L’incursore Rossetti, nonostante le avverse condizioni meteorologiche poté piazzare la carica esplosiva sotto la chiglia della corazzata austro-ungarica. Tuttavia, mentre egli raggiungeva il suo compagno d’armi, fu intercettato dalla vigilanza. Ciò nonostante, i sabotatori prima di essere catturati riuscirono a distruggere il semovente. Infatti, l’ingegner Rossetti aprì le valvole d’immersione, mentre Paolucci riuscì e ad attivare la carica di autodistruzione esplosiva. La “Mignatta”, abbandonata a se stessa, si arenò sotto il piroscafo austriaco Wien, per poi esplodere successivamente, investendo con il suo potenziale deflagrante la nave passeggeri Wien, provocandone l’affondamento. I due ufficiali italiani furono fatti prigionieri e liberati subito dopo l’armistizio. Essi furono insigniti della medaglia d’oro al valor militare. Per Rossetti la motivazione della decorazione fu la seguente:
(1) Genialmente ideava un mirabile ordigno di guerra marittima, con amorosa tenacia ne curava personalmente la costruzione. Volle a se riservato l’altissimo onore di impiegarlo e, con l’audacia dei forti, con un solo compagno, penetrò di notte nel munito porto di Pola. Con mirabile freddezza attese il momento propizio e verso l’alba affondò la nave ammiraglia della flotta austro-ungarica. Pola, 1° novembre 1918.
La grande nave ammiraglia all’insaputa di Paolucci e Rossetti, 12 ore prima di affondare, innalzava l’insegna della bandiera del neo-costituito stato iugoslavo (Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi). In realtà l’Austria-Ungheria, già temendo la disfatta, e per evitare che gli stati dell’Intesa si appropriassero della loro flotta, aveva istituito il neutrale Stato della nascente Iugoslavia, cedendogli la loro intera armata navale. Abbiamo chiesto allo Storico Navale Virginio Trucco (2) di parlarci dell’impresa di Pola che portò all’affondamento della corazzata Viribus Unitis, pochi giorni prima della fine del conflitto.
«Nel tardo pomeriggio del 31 ottobre la torpediniera 65PN lasciò Venezia con al rimorchio il MAS 97, tutto faceva pensare ad una normale missione d’agguato al largo delle coste istriane. Ma a bordo si trovava il capitano di fregata Costanzo Ciano comandante delle torpediniere e dei MAS di Venezia assieme al maggiore del genio navale Raffaele Rossetti ed al tenente medico Raffaele Paolucci, rizzato sulla coperta della nave uno strano siluro, obbiettivo della missione la corazzata austriaca Viribus Unitis ammiraglia della flotta alla fonda nel porto di Pola.
I piani della nuova arma furono messi a punto da Rossetti che li presentò al ministero della Marina e grazie all’appoggio dell’ammiraglio Thaon di Revel furono accettati. Si trattava di un siluro B57, rivestito in legno per garantirgli una spinta positiva dotato di valvole di affondamento per regolarne la quota, la propulsione era affidata ad un’elica quadripala che grazie ad un apposito riduttore girava lentamente, questa era azionata da un motore ad aria compressa alimentato da un serbatoio caricato a 205 atmosfere, un rubinetto permetteva di regolare l’afflusso dell’aria al motore, il mezzo essendo privo di timone doveva essere manovrato a mano da due operatori aggrappati ad apposite maniglie, il mezzo trasportava due cariche esplosive da 170 kg l’una che venivano fatte aderire allo scafo della nave nemica tramite un meccanismo magnetico, Rossetti aveva denominato il mezzo S2, ma vista la particolarità del meccanismo delle cariche venne rinominato Mignatta; dato che per manovrare il mezzo necessitavano due operatori, al Rossetti venne affiancato Paolucci ottimo nuotatore offertosi volontario per trasportare cariche esplosive all’interno dei porti nemici.
Verso le 20.00 al largo delle isole di Brioni, la torpediniera si ferma, mette in mare la Mignatta che viene presa a rimorchio dal MAS, Rossetti e Paoletti si congedano da Ciano e salgono sul MAS. Alle 22.00 il MAS si ferma a poche centinaia di metri dalla diga foranea del porto di Pola. I due uomini indossano tute di gomma aderenti con guanti di gomma ed una strana cuffia di gomma con un fiasco fissato sopra allo scopo di mimetizzare i due operatori, scesi in acqua alle 22.18 avviano il mezzo e si dirigono verso le ostruzioni. Alle 22.30 giungono alla prima ostruzione spengono la Mignatta e le fanno passare l’ostruzione a mano quindi dirigono verso il centro del porto, febbrilmente ad una ad una passano tutte le ostruzioni rischiando più volte di essere scoperti, prima da un sommergibile e poi dalle imbarcazioni che pattugliano le ostruzioni. Finalmente alle 3.00 del primo novembre superano l’ultima e possono dirigersi liberamente verso le navi all’ancora il loro bersaglio è l’ultimo della fila delle corazzate. I due sono stanchi , con le mani ferite, ma nonostante tutto non desistono neanche quando scoppia un forte temporale con violenti scrosci d’acqua e grandine, alle 4.15 sono nelle vicinanze della Viribus Unitis quando una forte corrente li allontana, facendo ricorso alle ultime forze si riavvicinano e alle 4.50 quando già temono le prime luci dell’alba giungono a fianco della nave, Rossetti stacca la prima carica si porta sotto la nave, intanto Paolucci lotta con la corrente che tende ad allontanarlo dalla nave, alle 5.35 Rossetti riappare ha piazzato la sua carica, ora tocca a Paolucci sistemare la seconda, ma improvvisamente un fascio di luce li illumina, vistisi scoperti Rossetti attiva la seconda carica apre le valvole d’affondamento del mezzo e lo avvia facendolo allontanare. Una lancia della corazzata si avvicina e chiede in tedesco “chi siete” i due rispondono in tedesco “ufficiali italiani” vengono catturati e portati a bordo. Qui i due notano che i marinai portano berretti con la scritta Jugoslavia, gli viene spiegato che il giorno prima gli austriaci per evitare che le navi cadano in mano italiana hanno trasferito la flotta al neonato stato jugoslavo, i due chiedono di parlare con il comandante, viene svegliato il capitano di vascello Janko Vuković comandante della neonata flotta, a lui i due comunicano che la nave sta per affondare, il comandante ordina l’abbandono nave, tutti fuggono gettandosi in acqua compresi i due italiani, ma dopo alcuni minuti visto che non succede niente i marinai iniziano a tornare a bordo, riportandoci anche i due italiani, mentre pensano di chiuderli nei compartimenti bassi della nave alle 6.27 una sorda esplosione alza una colonna d’acqua sul fianco della nave e questa inizia ad inclinarsi ed affondare, dopo pochi minuti una seconda esplosione scuote il porto, la Mignatta ha finito la sua corsa sotto il piroscafo Wien affondandolo. I due italiani vengono imprigionati, la loro prigionia dura poco, il 5 novembre la squadra navale al comando dell’ammiraglio Umberto Cagni entra a Pola e li libera. Rossetti e Paolucci vengono decorati con la medaglia d’oro al valor militare».
(1) www.quirinale.it
(2) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A. Lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).
Testi consultati da Virginio Truccco: Navi e Marinai volume III, Compagnia Generale editoriale S.p.A. Le audaci imprese dei MAS di Ettore Bravetta casa editrice Giacomo Agnelli 1930
Foto a corredo dell’articolo: Corazzata Viribus Unitis da www.reddit.com
Giuseppe Longo
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