Nessun arretramento sui pilastri fondamentali della Manovra

Nessun arretramento sui pilastri fondamentali della Manovra come saldi e crescita, ma clausole salva deficit rafforzate e un piano di dismissione da 18 miliardi, è l’offerta del governo alla commissione europea per evitare la procedura di infrazione per debito. La risposta di Roma arriva a una manciata di minuti dalla scadenza con un Consiglio dei ministri serale che approva una nuova versione del Draft budgetary plan, preceduto da un vertice con il premier Conte, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Salvini: “Se all’Ue va bene ok, altrimenti tiriamo dritto” – “Stiamo lavorando a una legge di Bilancio che garantisce più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse non per tutti ma per tanti italiani. Se all’Europa va bene siamo contenti, sennò tiriamo dritto”, aveva anticipato Matteo Salvini al suo ingresso a Palazzo Chigi per il vertice di governo. Ed ecco che dopo due ore si materializza una risposta, sostengono fonti della Lega, appunto “di attacco e non di difesa” e che non va a ledere il progetto espansivo degli alleati giallo-verdi grazie al quale il Pil italiano è destinato a crescere, secondo le previsioni del governo, dell’1,5% nel 2019.

Manovra confermata dal governo: all’Ue chiesta più flessibilità per eventi eccezionali – Il governo rivendica la conferma dell’impianto della Manovra anche per quanto riguarda le misure chiave e, sempre secondo fonti della Lega, vi sarebbe inoltre un’accelerazione sul fronte della riforma delle pensioni: quota 100 infatti potrebbe partire da subito. “La notizia che devo dare agli italiani – afferma Di Maio davanti a Palazzo Chigi al termine del Cdm – è che il reddito e la pensione di cittadinanza, il superamento della Fornero con quota 100, le misure per i risparmiatori truffati, che rimborseremo, sono provvedimenti che non cambiano”. Confermati anche i controlli trimestrali sulla spesa e la destinazione dello 0,2% degli investimenti idrogeologici oltre alla spesa di un miliardo da investire nel 2019 per rimodernare la rete viaria dopo il disastro di Genova. Come ha spiegato il ministro Tria infatti per le spese “per contrastare il dissesto idrogeologico e per la manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti, il governo ha chiesto l’applicazione della flessibilità per eventi eccezionali”.

Testo sulla Manovra accompagnato da un piano di riforme per gli investimenti – A sostenere la propria tesi che l’Esecutivo sceglie di presentare a Bruxelles, a corredo della lettera, anche un piano di riforme ampio che va dagli investimenti per le infrastrutture, al codice per gli appalti, dalla lotta al dissesto idrogeologico alle misure per la sburocratizzazione. Non è detto che gli sforzi messi in campo dal governo possano bastare all’Ue per cambiare idea sulla qualità dei conti pubblici italiani e forse non basteranno neanche a rallentare l’iter che potrebbe portare ad aprire un’infrazione nei confronti di Roma. Ma su questo Di Maio chiarisce: “Per quanto riguarda eventuali clausole di salvaguardia il nostro obiettivo è il 2,4% di deficit perché crediamo nella crescita all’1,5%. Non abbiamo aggiunto niente a quello che già leggete nella manovra di bilancio perché non ci sono novità legislative ma c’è l’impegno a mantenere quelli che sono i saldi indicati, quindi non facciamo i furbi sul deficit”.

Ministro Tria invia la lettera all’Ue: “Tempestive iniziative, se c’è deviazione” – Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha inviato alla Commissione europea, entro i termini richiesti, la versione rivista del Documento Programmatico di Bilancio 2019 insieme a una lettera di accompagnamento che ne illustra strategia e contenuti. Il nuovo Dpb è stato approvato dal Consiglio dei ministri. Inviato anche il Rapporto sui fattori rilevanti sull’andamento del debito pubblico, come richiesto con la lettera del 29 ottobre. “L’indebitamento netto sarà sottoposto a costante monitoraggio, verificando sia la coerenza del quadro macroeconomico sottostante le ipotesi di finanza pubblica, sia l’aumento delle entrate e delle spese”, ha assicurato il ministro, spiegando che lo stesso Tria è tenuto “ad assumere tempestivamente, in caso di deviazione, le conseguenti iniziative correttive nel rispetto dei principi costituzionali”.

Con dismissioni giù debito al 126% nel 2021 – “Per accelerare la riduzione del rapporto debito/Pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza” e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil “più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2%del 2017 al 126,0 del 2021”, ha poi aggiunto il titolare del Mef. Inoltre la Manovra “è stata costruita sulla base del quadro tendenziale, e non tiene conto della crescita programmata. Questa impostazione prudenziale introduce nella legge di Bilancio un cuscinetto di salvaguardia, che previene un deterioramento dei saldi di bilancio anche nel caso in cui gli obiettivi di crescita non siano pienamente conseguiti”.

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