Cefalù, per ricordare Gianfilippo: il ragazzo che fra prove difficili amava sempre la vita

Per ricordare il giovane Gianfilippo, che fra prove difficili continuava ad amare la vita,  è stata istituita una borsa di studio dal padre, il dott. Salvatore D’Anna, e dalla sua famiglia. La borsa di studio, per onorarne la memoria, è arrivata dopo la prematura scomparsa di Gianfilippo, avvenuta il 22 settembre del 1986. E’ stata istituita a decorrere dall’anno scolastico 1987/88 presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Jacopo del Duca” di Cefalù dove Gianfilippo era alunno della prima classe Geometri. Per conoscere Gianfilippo abbiamo intervistato il padre Salvatore.

In che cosa consisteva negli anni ’80 questa borsa di studio?
L’importo complessivo della borsa era costituito dagli utili di un capitale di dieci milioni di lire donato alla scuola dalla famiglia D’Anna, sotto forma di certificati di credito del tesoro. All’attribuzione della borsa provvedeva un regolamento che oggi, visto che nella scuola esiste una sola classe della sezione geometri, appare superato. Per questo la famiglia D’Anna, in sintonia con la scuola, ha provveduto a rivedere il regolamento. La stessa famiglia ha quantificato l’ammontare della borsa in mille euro in quanto intende integrare la somma derivante dagli utili del capitale di dieci milioni di lire già donati alla scuola. 

Oggi come funziona la nuova borsa di studio?
Sono state istituite tre borse di studio del valore di 500, 300 e 200 euro che saranno assegnate attraverso un concorso pubblico al quale possono partecipare alunni che frequentano nel corso dell’anno scolastico la terza media e le prime due classi del superiore dei comuni delle Madonie. Quanti vogliono partecipare entro il 16 aprile 2019 all’indirizzo email [email protected] un testo scritto che non superi le 2000 battute sul seguente argomento: “Parla di una persona del tuo paese che si è distinta o si distingue per amore al prossimo e disponibilità verso il bene comune”. Al testo i concorrenti dovranno allegare il proprio curriculum personale dal quale emerge il loro esemplare percorso scolastico (profitto e condotta).

Qual è la finalità della borsa di studio?
Il fine principale della borsa di studio è quello di incoraggiare i giovani allo studio, di stimolar il loro senso di responsabilità ed il desiderio di contribuire al miglioramento della società attraverso il miglioramento di se stessi.

Ma chi era Gianfilippo?
Gianfilippo era un ragazzo molto allegro che amava la vita, amava stare con gli amici e con loro giocare, scherzare, andare in motorino e mangiare la pizza che era il suo piatto preferito. Gianfilippo amava andare a scuola ed era molto orgoglioso dei suoi nuovi libri e della sua “carpettona blu” con tutto l’occorrente per i suoi studi tecnici. Era molto legato alla sua famiglia, ai nonni, agli zii e soprattutto al fratello ed alla sorella ai quali inviava lettere e disegni quando per le cure era costretto a stare lontano da loro. Si divertiva a fare scherzi a tutti, anche agli infermieri ed ai medici con i quali aveva stabilito un bel rapporto d’amicizia. 

Che messaggio ha lasciato Gianfilippo ai giovani della sua età?
Gianfilippo era un ragazzo come tanti che lascia a noi tutti un messaggio: amare la vita sempre e comunque, affrontare le prove anche le più difficili con coraggio, fede e speranza e non perdere mai la gioia che traspariva dai suoi immensi occhi neri. Così lo ricordava in una lettera di Natale il nostri concittadino Nicola Imbraguglio: “Gianfilippo si dovette abituare a convivere con la sofferenza… Sono ben altri gli altri gli interessi dei bambini, per lui il male era una parentesi; era invece la sua vita, quella di ogni giorno, da passare con gli amici, a giocare, studiare, a fare il suo vero interesse. L’innocenza non la rapporti con la morte perchè ancora non conosce il mondo dei dubbi, delle incertezze, quel grande mistero della esistenza che tutti ci avvolge. Ci sarebbe, semmai, da chiedere alle stelle il perchè ancora tante piccole vite falcidiate, nel mondo dalla malattia, dalla fame, dalle guerre».  Mi piace ricordare sempre il suo sorriso, la sua fame di pizzette, la sua voglia di lavorare, già ammalato, per i poveri, per quelli che egli chiamava i bambini  meno fortunati…

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