I numeri del Natale: spesi a tavola 2,4 mld, in viaggio quasi 18 mln di italiani
Tra i regali più gettonati questʼanno si trovano i viaggi, trovati sotto lʼalbero da un milione e mezzo di italiani, per una spesa di circa 900 milioni
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Gli italiani hanno speso a tavola quasi 2,4 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale. Pesce e carne hanno pesato per circa 900 milioni di euro, 430 milioni di euro sono stati spesi per spumante, vino ed altre bevande, 280 milioni di euro per dolci (compresi panettone e pandoro), 480 milioni di euro per ortaggi e frutta, 180 per pasta e pane e 130 milioni di euro per formaggi e uova. Faranno una vacanza 18 milioni di connazionali, quasi un milione e 350mila in più dell’anno scorso.
Secondo il bilancio redatto dalla Coldiretti, rispetto al 2017, si è registrato un calo di circa il 4%.
Grandi tavolate all’insegna della tradizione – Se nel menu della vigilia è stato servito il pesce su tre tavole su quattro (75%), a Natale prevale la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,6 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixé dal quale si evidenzia il ritorno delle grandi tavolate con in media 8 persone a condividere il menu più importante dell’anno.
Spumante e panettone gli immancabili del Natale – Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (87%) a pari merito con la frutta locale di stagione, mentre il panettone con il 73% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 67% ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in quasi la metà delle famiglie.
Sempre più chi regala un viaggio – Tra le spese del Natale naturalmente non si può tralasciare il capitolo regali, che quest’anno vede apparire una new entry: il viaggio, arrivato sotto l’albero di un milione e mezzo di italiani. A rilevarlo una indagine condotta dal Centro studi Cna, in collaborazione con Cna Turismo e Commercio, condotta tra gli iscritti alla Confederazione. L’importo complessivo dei viaggi regalati nelle settimane natalizie raggiunge i 900 milioni. Mediamente si sono spesi circa 600 euro, ma la gamma è molto ampia: si va dai 150/200 euro di un week end a qualche migliaio di una crociera di lusso o di una trasferta intercontinentale.
Due viaggi su tre rimangono nel perimetro nazionale e un terzo punta a mete estere. Nel nostro Paese sono privilegiate le città d’arte, Roma in testa, con pernottamenti di due/tre notti. Notevole è l’appeal della montagna e della neve per provetti sciatori, neofiti o anche solo amanti dell’aria pura. Seguono i soggiorni benessere, in spa e/o località termali, sempre più amate dai giovani.
Anche il mare è molto gettonato: il mare d’inverno sta acquistando proseliti ma spesso il viaggio sarà realizzato a primavera/estate/autunno. All’estero, invece, sono privilegiati week end in capitali affascinanti (Parigi e Londra in testa a tutte) e crociere, con partenza dall’Italia e tour mediterraneo, nei mari del Nord Europa (vanno moltissimo i tour dei fiordi norvegesi), nei mari caraibici, ai quali si può aggregare un soggiorno in spiaggia.
In viaggio 18 milioni di italiani – La vacanza non è soltanto una idea regalo: sono diciotto milioni i connazionali che hanno programmato uno spostamento nelle festività natalizie. Quasi l’8% in più del 2017. E con una maggiore propensione alla spesa del 10% circa. A rilevarlo una indagine condotta dal Centro studi CNA, in collaborazione con Cna Turismo e Commercio, condotta tra gli iscritti alla Confederazione.
Approfittando del calendario, che favorisce i ponti tra sabato 22 dicembre e lunedi’ 1 gennaio, saranno 18 milioni gli italiani che si metteranno in viaggio per andare in vacanza nelle prossime due settimane. Diciotto milioni vuol dire quasi un milione e 350mila italiani in più dell’anno scorso, un consistente +8% in termini relativi. Numeri tanto più significativi perché già l’anno scorso i diversi indicatori turistici di questo periodo si erano orientati alla crescita.