A Cefalù ha fatto arrivare i più grandi direttori di Giornali e Telegiornali degli anni ’90 ma anche i giornalisti che curavano le rubriche televisive più seguite nel grande schermo della Rai. Puccio Corona che su Raiuno conduceva ogni giorno “Uno mattina”, Bruno Vespa, Piero Badaloni, Nino Rizzo Nervo, Giovanni Pepi, Nuccio Fava, Gianfranco D’Anna, Mario Padovani direttore de “Il Giorno”. Il Vescovo Rosario Mazzola, che ha guidato la diocesi di Cefalù fra il 1988 e il 2000, ha dedicato diverso tempo della sua azione pastorale al mondo dell’informazione. «Raccontare la verità – diceva ai suoi più vicini collaboratori – è liberare gli uomini dalla schiavitù». Sandro Curzi, noto direttore del Tg3, non potendo venire a Cefalù per uno degli incontri con il Vescovo Mazzola chiama direttamente il Presule per scusarsi e invia una tra le sue più fidate giornaliste della redazione romana. Dino Boffo, direttore di Avvenire, si interessa da vicino al Vescovo comunicatore e più volte manda a Cefalù Giovanni Ruggero, uno dei suoi più fidati inviati speciali. Del vescovo Mazzola e delle sue prese di posizione per una informazione libera si interessano tutte le testate giornalistiche italiane e non solo. Al telefono del vescovado di piazza Duomo arrivavano telefonate da tutta Italia. Le redazioni erano interessate al Vescovo che, non esita ad organizzare un corso di giornalismo per i suoi presbiteri. Viene portato avanti fra il 1995 e il 1996. A tenere le lezioni Mazzola chiama i giornalisti siciliani più attenti al mondo che in quegli anni stava cambiando.
Del Vescovo che si interessa dell’informazione si occupano tutte le redazioni giornalistiche italiane da nord a sud. Diversi direttori chiamano il Presule al telefono dell’Episcopio. Altri pur di parlare con lui non esitano ad inviare fax con richieste d’interviste. Su tutti i Tg nazionali più volte finisce il Vescovo Mazzola per le sue prese di posizione a favore di una informazione libera. Per il Vescovo Mazzola il riscatto del meridione italiano passava dall’informazione. Per questo più volte ha richiamato l’attenzione dei grandi media su certe storture informatiche che penalizzavano il sud d’Italia. Per parlare di questi argomenti nel gennaio del 1994 organizza un Meeting in Cattedrale. “Sicilia chiama Italia” il titolo dato ad un ciclo di incontri domenicali all’ombra del Pantocratore. Alla fine annuncia un Osservatorio della Comunicazione che la Diocesi porta avanti con l’Università di Palermo. Proprio quest’Osservatorio conduce una serie di indagini che mettono in risalto come l’informazione penalizzi il sud italiano. I dati dell’Osservatorio vengono diffusi periodicamente ed ogni volta la grande informazione ne riprende numeri e commenti del Presule. «Non potendo portare questo nostro vero sud nell’informazione – commentava Mazzola – cerchiamo di portare l’informazione in questo martoriato meridione».
Sotto alcuni degli articoli dedicati a Mazzola e alle sue prese di posizione per una informazione libera.