L’Assegno civico posto in essere dagli amministratori comunali di Motta d’Affermo con l’indennità di carica è una modalità di sostegno al reddito da imitare per il Reddito di cittadinanza
In Italia, come ha certificato l’Istat, i poveri, quelli ‘veri’, sono tanti, soprattutto al Sud. Anche se essi dispongono di un reddito ‘insufficiente’ vivono, nella maggioranza dei casi, con dignità e quando svolgono un’attività lo fanno con serietà e senso del dovere.
Nella passata legislatura il governo di Paolo Gentiloni ha introdotto il Rei stanziando circa 2,9 miliardi di euro. Il provvedimento si è dimostrato insufficiente per risolvere il problema della povertà e dell’esclusione sociale, ma esso è comunque l’inizio di un percorso che potrà essere continuato ed integrato proficuamente con il Reddito di cittadinanza. Molto dipenderà dalle modalità di applicazione della nuova legge e se essa avrà come obiettivo la dignità del lavoro. A tale scopo può aiutare l’azione di sostegno al reddito avviata in un piccolo comune del profondo Sud: Motta d’Affermo.
In questo paese dei Nebrodi gli amministratori hanno rinunciato all’indennità di carica, ripetendo quanto avevano già fatto in altre due precedenti legislature. Le risorse risparmiate dalle casse comunali sono ora utilizzate per coprire alcuni servizi erogati dall’Ente, tra questi la spesa relativa all’Assegno civico. All’inizio dell’anno l’Amministrazione comunale ha elaborato un piano di lavoro da affidare ai disoccupati. I lavoratori individuati con un’apposita graduatoria sono stati assegnati alla pulizia delle strade e alla sistemazione del verde. In tutto sono stati impiegati quattordici addetti. Ebbene da quando questi ‘precari’ sono stati assegnati a questo compito le strade sono pulite ed il verde pubblico è curato come non mai. La cifra che essi percepiscono non è nemmeno un quinto di quanto incassa un dipendente a tempo indeterminato ed il contratto che hanno sottoscritto è di breve durata, eppure svolgono il loro lavoro con serietà.
Qui, in questa piccola comunità (al Sud è assai più frequente di quanto si pensi), la politica è al servizio dei cittadini e questa storia è la migliore risposta a coloro che in modo superficiale ritengono che i meridionali non vogliono lavorare. I disoccupati, gli esclusi ed i precari del Sud non hanno bisogno di ‘assistenzialismo’, ma della dignità del lavoro e l’azione di politica sociale posta in essere a Motta d’Affermo ne è un esempio. Il governo Conte ed i due vice premier, Di Maio e Salvini, sapranno fare altrettanto con il Reddito di cittadinanza?
Fonte comune.mottadaffermo.me.it
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