Conte ha spiegato le ragioni del differimento del reddito di cittadinanza

Il premier Giuseppe Conte ha spiegato che “le ragioni del differimento del reddito di cittadinanza stanno nel fatto che vogliamo fare le cose per bene: non è una concessione elettorale ma il manifesto di questo governo”. Intervenendo agli Stati Generali dei consulenti del lavoro, a Roma, ha anche aggiunto che per aiutare occupazione e crescita serviranno “investimenti, innovazione e semplificazione”.

“Reddito di cittadinanza riforma più coraggiosa degli ultimi anni” – Conte ha quindi ammesso che “sul reddito di cittadinanza ci sono perplessità ma forse è la più significativa, decisa e coraggiosa riforma politica attiva del lavoro varata negli ultimi anni. E’ un meccanismo per valorizzare il capitale umano disperso in Italia. Ne beneficerà la stabilità sociale e la produttività e l’occupazione, stiamo costruendo un sistema integrato che vedrà coinvolti vari attori, non ci sarà un’unica fiche”.

“Quota 100 servirà a un ricambio generazionale” – Il premier ha quindi sottolineato come “un altro passaggio del processo riformatore è quota 100: la stiamo impostando non solo come riforma Fornero ma per assicurare il ricambio generazionale. Vi anticipo solo che una importante azienda di stato, Eni, mi ha anticipato, ma non è la sola, che nel 2019 per un lavoratore che andrà in pensione con questa riforma ne verranno occupati 2-3”.

“Mediazione con Bruxelles non ha indebolito investimenti” – Per il presidente del Consiglio “la mediazione con Bruxelles non ha indebolito il piano investimenti. Abbiamo ottenuto flessibilità di bilancio per 3,4 miliardi. C’è un piano di 10 miliardi per il territorio e per riammodernare le infrastrutture”. “La strada per far ripartire l’economia e l’occupazione è tracciata, la stiamo percorrendo con convinzione e determinazione”, ha precisato.

“La precarizzazione non può l’essere orizzonte della politica” – “La dignità sociale non può prescindere da un’occupazione stabile, ecco perché abbiamo lavorato per incrementare i contratti a tempo indeterminato”, ha aggiunto il presidente del Consiglio spiegando che il governo “non è contrario ai contratti a tempo determinato , ma la precarizzazione a vita non può essere l’orizzonte di una politica economica sociale con la “P” maiuscola”.

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