La mia biografia è dedicata al Brigadiere capo Salvatore Arcidiacono che ha fatto parte dell’Arma dei Carabinieri dal 1960 al 2000, un uomo che mi ha aperto il cuore con i suoi mille ricordi legati a questa professione di cui va molto fiero. Di lui ho apprezzato e ammirato la voglia di servire lo Stato e di aiutare gli altri. Quando gli ho chiesto se rifarebbe questa scelta, che gli è costata molti sacrifici, non ha esitato a dirmi che, se potesse, sceglierebbe nuovamente questa professione, non cambierebbe neanche un giorno, compresi quelli difficili e quelli meno felici. È grato all’Arma dei Carabinieri per avergli dato la possibilità di servire la giustizia del proprio paese, rimanendo sempre a contatto con i cittadini. Ascoltandolo, ho capito che Salvatore Arcidiacono è un Carabiniere che, per sua scelta, ha trascorso la vita a garantire la sicurezza della gente comune e che si sente onorato di averlo fatto e di aver indossato la divisa.
Salvatore Arcidiacono nasce il 24 maggio 1940 ad Acireale, in provincia di Catania, da Sebastiano e da Grazia Patti. Il padre, classe 1896, arruolato nella Guardia di Finanza, combatte nella prima guerra mondiale. Richiamato partecipa, anche, alla seconda guerra mondiale partendo quando Salvatore ha appena 4 giorni di vita. Egli, infatti, cresce per i suoi primi quattro anni con la mamma e i suoi due fratelli. Frequenta le scuole ad Acireale, e dopo le elementari e le medie, a 17 anni, nel 1957, invia la domanda per entrare a far parte dei Carabinieri, nel quale corpo entra però nel 1960, avendo rinviato il suo accesso a causa di un incidente stradale. Vi ha militato per 40 anni.
Dopo aver frequentato la Scuola Allievi a Roma per 9 mesi proprio nel periodo, come ama ricordare, delle Olimpiadi estive, viene promosso Carabiniere e inviato a Bressanone, in provincia di Bolzano e per due anni alloggia presso l’hotel “Corona D’Oro”, uno dei tre alberghi occupati dai Carabinieri. Qui presta servizio in un’atmosfera piuttosto delicata, perché Bressanone a quel tempo era abitata soprattutto da tedeschi che non vedevano di buon occhio gli italiani spesso bersaglio di atti dinamitardi. In quel periodo ha rischiato la vita quando di sorveglianza ad un ripetitore telefonico, vengono esplosi diversi colpi d’arma da fuoco ad altezza d’uomo, quindi con l’intenzione di far male.
Successivamente Salvatore Arcidiacono viene trasferito per quattro anni e mezzo alla “Squadriglia Bonera” che dipende dal comando di Menfi, in provincia di Agrigento, ) e poi viene inviato a comandare la “Squadriglia Crivara” che faceva capo alla stazione di Montevago. In quel periodo il Carabiniere Arcidiacono, che aveva 25 anni, partecipa alle indagini per la cattura di un pluriomicida, un certo Tutino Giovanni, che aveva ucciso un giovane a Roma e, rifugiatosi a Burgio, lì uccide due vecchiette per derubarle dei loro soldi.
Mi racconta che quelli erano tempi in cui i Carabinieri non avevano i mezzi di cui dispongono oggi, e adempivano a compiti di sorveglianza e tutela e non tanto a compiti istituzionali. Nel 1967 viene trasferito a Calamonaci, sempre in provincia di Agrigento, dove rimane 5 anni, qui conosce Francesca Capizzi con la quale si sposa il 4 ottobre 1972 e dalla loro unione nasceranno tre figlie: Grazia, Rosanna e Silvia.
Pochi mesi prima del matrimonio viene trasferito dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Cefalù con la seguente motivazione: “Per eminente esigenza di servizio e per premiare il Carabiniere Arcidiacono”, nella nostra città presta servizio dall’11 giugno 1972 al 30 novembre 2000 con la qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, come sovrintendente di 47 mezzi militari, si occupa, inoltre, di contabilità. Durante il servizio viene premiato con numerose medaglie, una in particolare per il servizio reso a favore della popolazione civile durante il terremoto del Belice del 1968.
Inauguriamo su cefalunews una sezione per far conoscere i carabinieri cefaludesi che hanno operato a Cefalù lasciando un segno importante della loro presenza. L’idea di raccogliere le loro biografie è del Kefablog, l’iniziativa nata per far conoscere Cefalù, finanziata con 1.800 euro di borse di studio costituite dagli emigrati cefaludesi che fanno parte dell’associazione Cefaludesi nel mondo. Ai partecipanti è stato chiesto di pubblicare una biografia di un carabiniere che ha operato a Cefalù. Le biografie saranno lette da una giuria di emigrati cefaludesi che attribuiranno dei punteggi ai partecipanti. Alla fine della gara al vincitore andrà una borsa di studio di trecento euro. (Biografia a cura di Giorgia Arcuri)