La Banca d’Italia ha rivisto al ribasso la crescita del Pil

La Banca d’Italia ha rivisto al ribasso la proiezione centrale della crescita del Pil nel 2019 che sarà pari allo 0,6%, 0,4 punti in meno rispetto a quanto valutato in precedenza. Lo si legge nel bollettino economico, in cui si sottolinea che “in Italia, dopo che la crescita si era interrotta nel terzo trimestre del 2018, gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che l’attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto”.

Pericolo recessione tecnica – Da Via Nazionale arriva dunque una doccia fredda per l’esecutivo gialloverde, che potrebbe essere costretto a una Manovra correttiva se queste stime si materializzassero. In attesa di conoscere il dato definitivo dell’Istat, gli economisti di palazzo Koch vedono nel quarto trimestre dell’anno un probabile secondo calo consecutivo del Pil, che farebbe scivolare il Paese nella cosiddetta “recessione tecnica” dopo la flessione nel terzo quarto del 2018.

Palazzo Chigi: “Stime Bankitalia confermano bontà dell’impianto della Manovra” – Palazzo Chigi fa sapere che “le ultime stime di Banca d’Italia sull’ultimo trimestre del 2018 e le prime previsioni per il 2019 indicano che l’impostazione di una manovra espansiva, sottolineata dal governo e sostenuta anche nel corso del negoziato con le istituzioni europee, mantiene tutta la sua validità”. Si sottolinea incoltre che la manovra e le riforme del governo “assicureranno al Paese una crescita sostenuta”.

Di Maio: “Bankitalia ci ha lasciato le banche in queste condizioni” – Contro Bankitalia arriva la stoccata di Luigi Di Maio, secondo cui Via Nazionale ha fornito “stime apocalittiche”. Si tratta, dice, della stessa Bankitalia che ci ha lasciato le banche in queste condizioni perché non le ha sorvegliate in questi anni. Non è la prima volta che le stime di Palazzo Koch poi non si rilevano fondate. Sono diversi anni che non ci prende. Solo è strano. Quando c’erano quelli di prima facevano stime al rialzo, ora al ribasso”.

M5s e Lega: “Fallimento dell’austerity”, Pd e Fi: “Così andiamo verso la crisi” – In precedenza, i dati diffusi da Bankitalia erano stati interpretati dal Movimento 5 stelle come “la certificazione del totale fallimento delle politiche di austerità europea”, come la conferma che serve “una manovra espansiva” dalla Lega, mentre il Pd definisce “scriteriati” gli esponenti del governo e Forza Italia commenta: “E’ allarme recessione con buona pace del governo”. “Mentre in questi 10 anni il mondo cresceva, l’Europa e in particolare l’eurozona si è persa nelle tragiche regole che si è imposta da sola – dicono i deputati M5 delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera -. L’Italia, come altri Paesi, ha attraversato una crisi lunghissima da cui non è mai realmente uscita”. Mentre il deputato del Carroccio Claudio Borghi commenta: “I rischi di recessione si riferiscono al 2018 e al periodo pre-Manovra. E’ necessario reagire incrementando la domanda interna per compensare il possibile calo dell’export”.

Secondo il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera Luigi Marattin “Bankitalia conferma che alla guida del Paese ci sono degli scriterati che rischiano di portare l’economia italiana al disastro”, mentre il responsabile economico di Forza Italia Renato Brunetta commenta: “Come volevasi dimostrare. Anche la Banca d’Italia ha lanciato l’allarme recessione per il nostro Paese” e il deputato Fi Alessandro Cattaneo boccia il reddito di cittadinanza, “una misura sbagliata in un quadro così critico per l’economia italiana. Tutti gli indicatori ci dicono che questa Manovra ci porta verso la crisi”.

La crescita si ferma dopo 3 anni di rialzo ininterrotto – Il nostro Paese, dice il bollettino di Bankitalia, si avvia a chiudere l’anno con una crescita del Pil dell’1% – o dello 0,9% tenendo conto dei dati destagionalizzati e delle correzioni per gli effetti di calendario – ma “negli ultimi tre mesi del 2018 il Pil potrebbe essere ancora diminuito” dopo la flessione dello 0,1% del terzo trimestre, “a seguito della flessione della domanda interna”, con gli investimenti ancora in affanno, mentre “sarebbe proseguito il recupero delle esportazioni”. Prima dello scorso luglio, la crescita del Pil italiano durava ininterrottamente da oltre un triennio, ovvero dal secondo trimestre del 2014.

Imprese, ridimensionati gli investimenti – Oltre al “ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese”, gli altri fattori “più sfavorevoli” per il 2019 sono “le prospettive di rallentamento del commercio mondiale” e le difficoltà congiunturali “nell’industria in senso stretto”. L’Istituto centrale presieduto dal governatore, Ignazio Visco, spiega che, al contrario, sono “moderatamente positivi” gli effetti dell’accordo con la Commissione Ue sulla manovra, che hanno fatto calare lo spread tra Btp e Bund tedesco, anche se le condizioni dei mercati sono “più tese di quelle osservate prima dell’estate”. Proprio l’Ufficio di statistica centrale tedesco, Destatis, ha annunciato nei giorni scorsi che la Germania dovrebbe riuscire a evitare il pantano della recessione tecnica con un colpo di reni nell’ultimo trimestre.

Incertezza su 2020 e 2021 – Le proiezioni di Bankitalia sul Pil italiano nel 2020 e nel 2021 sono rispettivamente dello 0,9 e dell’1%, ma l’incertezza è “particolarmente ampia”. Un dato senza dubbio positivo è il calo degli Npl (non performing loan) nei bilanci delle banche. “La riduzione dell’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti – scrivono a via Nazionale – è proseguita, raggiungendo il 4,5% nel terzo trimestre al netto delle rettifiche, 1,8 punti in meno rispetto a un anno prima”. Rallenta anche il flusso dei nuovi Npl che “resta contenuto” all’1,7% annuo nell’ultimo trimestre.

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