Le sorelle Valenziano Rosa, Giuseppina (Pina) e Concetta sono nate a Cefalù da Giuseppe e sua moglie Maria Di Marco. Giuseppe Valenziano di mestiere faceva “u iardinaru”, aveva un bellissimo ed esteso giardino di arance e limoni, una bellissima proprietà che era situata nell’attuale via Roma. Il giardino si protraeva dall’imbocco di via Fermi fino al limite dell’istituto Artigianelli Di Giorgio dove c’era posizionata una “gebbia” che fu regalata da Giuseppe al quest’Istituto. La casa di Giuseppe, che era composta da un grande salone e tante stanze da letto negli anni ’65/70, è stata demolita e vennero costruiti dei palazzi moderni.
La famiglia, composta da 18 figli di cui 13 ancora in vita, viveva una vita confortevole sostenuta da papà Giuseppe che gestiva una fiorente attività. Esportava formaggio e olio d’oliva negli Stati Uniti. I figli di Giuseppe percorreranno ognuno la propria strada e per alcuni di loro negli anni ’30 la strada li porterà nel Maryland. Iniziarono a lavorare nel commercio di generi alimentari a Baltimore e si stabilirono nel quartiere a sud-ovest della città a Pigtown (oggi chiamato Washington Village). Mentre i fratelli si stabilirono in America, due delle figlie di Giuseppe, Rosa e Pina, andarono a Napoli per studiare modellistica e sartoria presso l’Accademia Italiana di Taglio. Dopo aver completato il percorso di studio, aprirono una scuola di moda a Cefalù. Le due sorelle, oltre ad insegnare, avevano un seguito di clienti facoltosi che chiedevano loro di creare vestiti progettati su misura. La gente elogiava le loro abilità tecniche nella realizzazione di abiti dal modello al cucito. La loro sorella minore Concetta, non aveva alcun interesse nell’arte del cucito ma aveva talento per il disegno, in particolare per le scene floreali. Le originali rappresentazioni floreali tratte dalla sua immaginazione venivano trasferite dalla carta ai tessuti pregiati come il lino, la seta ed il cotone, che venivano meticolosamente e abilmente ricamati a mano da Concetta, Rosa e Pina. I tessuti ricamati venivano trasformati in splendide tovaglie, tovaglioli, lenzuola e altri squisiti accessori per la casa. Spesso il lavoro ricamato a mano abbelliva vestiti da battesimo ed altri abiti specializzati per la famiglia ed i clienti.
Negli anni ’40 Rosa sposa Dominick Matassa, un italo-americano, e si stabilisce a New York dove inizia a lavorare come designer di modisteria. Il successo commerciale a Baltimora dei fratelli Valenziano aumentava sempre di più nel campo degli alimentari. Per questo chiedono aiuto a Rosa che con il marito e la figlia si stabilisce a Pigtown,nell’appartamento sopra il negozio. Il marito diventa socio nell’azienda di famiglia. I negozi andavano così bene che la mafia di Baltimora chiedeva il pizzo che pagarono spesso, altrimenti la famiglia avrebbe rischiato che i loro negozi venissero incendiati. Rosa venne assunta da una società di modisteria dove si progettavano cappelli da donna. Il lavoro era tanto e molte volte Rosa lo portava a casa, drappeggiava e poi stirava a vapore i veli di ciascun cappello. Nel 1947 anche la sorella Pina con il marito John Greco si unisce alla famiglia e inizia a lavorare per l’azienda “Haas Tailoing Co”, un’azienda che produceva divise militari ed abiti da uomo con macchine industriali. Negli anni ’60 la moda femminile era cambiata ed anche Rosa va a lavorare nell’azienda di Haas. Le sorelle Valenziano erano entusiaste del loro lavoro e nel tempo libero da casa gestivano con successo un’attività di sartoria per le donne facoltose della zona. Il titolare dell’azienda Mister Haas riconosce il talento e l’etica professionale di Pina Valenziano e si offre di fare da garante alla sorella Concetta, al marito Di Marco ed ai loro figli Salva (Sally) e Maria per farli andare in America e lavorare nella sua azienda.
I mariti delle sorelle Valenziano lavorano tutti nel commercio di famiglia, mentre Rosa, Pina e Concetta operano nell’industria dell’abbigliamento fino al loro pensionamento. Nel 1968 durante la rivolta in cui furono chiusi moltissimi negozi, l’attività della famiglia Valenziano fu risparmiata perché rispettava i bisogni della comunità dando da mangiare ai meno fortunati, dando lavoro alle minoranze e facendo credito di alimenti agli altri. Le tre sorelle lavorarono felicemente nell’industria dell’abbigliamento ed ognuna ha orgogliosamente guadagnato un’agognata ma umile pensione dalla Amalgamated Garment Workers Union. Sally, figlia di Concetta e Pasquale Di Marco, si è diplomata al liceo e si è concentrata su una carriera nella moda. Si è laureata alla MICA in Fine Art e Fashion Design ed ha poi conseguito un master dall’istituto Johns Hopkins for Higher Education. Le sue capacità ed il suo talento sono evidenti ma la sua spinta è sempre stata quella di condividere le sue conoscenze ed insegnarle agli altri. Ha insegnato Fashion Design al Baltimore City Community College. Dopo il suo pensionamento dalla BCCC è diventata coordinatrice del Fashion Design Program presso la Stevenson University (ritirandosi nel 2017). Ascoltando la sua storia, si può sentire l’impatto che il lavoro di sua madre e delle sue zie nell’industria dell’abbigliamento di Baltimora ha avuto sulla sua carriera e sulla sua vita. Ora ha lo stesso impatto sugli altri. Con Sally il thread (la tradizione di famiglia) continua.
Molte delle aziende di abbigliamento di Baltimora hanno avuto il loro inizio con gli emigrati arrivati a Baltimora con pochi soldi ma con un grande talento per l’abbigliamento sartoriale. Questi nostri emigrati hanno trasformato i “mestieri dell’ago” di Baltimora in grandi aziende manifatturiere. Nel suo periodo di massimo splendore (dal XIX al XX secolo), Baltimora si è classificata quarta nella nazione per la produzione di abbigliamento. Finita seconda dopo la città di New York per la produzione di abiti da uomo. Con il movimento dell’industria della moda offshore negli ultimi anni ’90 e nei primi anni 2000, c’è attualmente un forte movimento nel settore della moda per mantenere viva questa parte luminosa della storia di Baltimora.
La storia delle sorelle Valenziano è stata ricercata e scritta per il Baltimore Museum of Industry (BMI) dalla tirocinante del Dipartimento dell’Istruzione Jennifer Liles, assegnata dalla Stevenson University, dove si sta laureando in Storia Pubblica nel suo periodo di massimo splendore (dal XIX al XX secolo). (Traduzione a cura di: Jennifer Boccanfuso)