Possibile ritiro del contingente italiano dall’Afghanistan

La notizia circolata su un possibile ritiro del contingente italiano dall’Afghanistan entro 12 mesi ha innescato subito una ridda di commenti tra le forze politiche. Secondo fonti della Difesa, il ministro Elisabetta Trenta avrebbe dato disposizione al Comando Operativo di Vertice Interforze (Coi) di avviare la pianificazione per il ritiro delle truppe italiane in Afghanistan. Per la Lega “facciamo quel che serve per riportare pace e stabilità. Al momento nessuna decisione è stata presa ma solo una valutazione da parte del ministro per competenza”. E’ quanto hanno spiegato fonti della Lega sulla valutazione chiesta dal ministro Trenta sul ritiro dei soldati in Afghanistan. Esulta invece il M5S. “Abbiamo accolto con felicità e commozione l’annuncio della decisione del ministro Trenta di riportare finalmente a casa i nostri ragazzi dall’Afghanistan dopo 17 anni di missione” hanno dichiarato, in una nota, i senatori M5s della Commissione Difesa di Palazzo Madama. “Un annuncio tanto più importante – sottolinea la nota – perché arriva insieme alle incoraggianti notizie di una storica intesa tra Stati Uniti e insorti talebani che apre la strada al ritiro generale delle truppe e alla pacificazione del Paese dopo 17 anni di guerra”. Fonti Palazzo Chigi: intesa con Difesa La richiesta di valutare una pianificazione del ritiro del contingente italiano avviata dal ministro Trenta è stata condivisa con la Presidenza del consiglio. E’ quanto si apprende in serata da fonti di governo. Anche fonti della Difesa confermano che la valutazione della Trenta è stata svolta in raccordo con Palazzo Chigi e aggiungono che la vicenda rappresenta una questione di sicurezza per i nostri militari sul terreno, alla luce delle notizie di un accordo fra Usa e talebani in Qatar che prevederebbe il ritiro delle truppe straniere dal Paese La notizia ha invece colto di sorpresa il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, in visita a Gerusalemme, che ha detto: “Lo apprendo ora”. Non mancano le reazioni delle opposizioni: Rojc (Pd) “Un cambio repentino di politica estera come il ritiro dalle nostre truppe dall’Afghanistan un Governo serio non lo fa filtrare da ‘fonti’: il Ministro viene in Aula, riferisce, si discute e poi si vota. Visto come sta andando in Libia, vorremmo capire se la nostra politica di difesa si sta riducendo a litigare con i Paesi dell’Unione europea, o se le Forze Armate sono diventate un mero capitolo di spesa cui attingere per finanziare le mosse propagandistiche dei soci di Governo”. E’ quanto affermato dalla senatrice Tatjana Rojc (Pd), componente della commissione Difesa a Palazzo Madama, “Nessuno si illuda che saremo più sicuri con un Afghanistan più instabile o con un Iraq non presidiato: può essere la strategia di Trump ma – conclude Rojc – non è detto che sia la migliore opzione per l’Italia, anzi”. Forza Italia. “Apprendiamo ancora una volta da fonti di stampa quello che il Ministro della Difesa Trenta dovrebbe dire in Parlamento. In questo caso si tratta dell’annuncio del ritiro entro un anno del nostro contingente in Afghanistan. Ricordiamo che solo poche settimane fa le Camere hanno approvato alla unanimità la partecipazione dell’Italia a questa ed alle altre missioni internazionali per l’anno 2018. Il governo, prima di proporre le sue determinazioni per l’anno 2019, farebbe bene a considerare che in materia di politica estera e di difesa, la continuità ed il consenso delle scelte rappresentano, nell’interesse del Paese e dei suoi Militari, un bene prezioso, un bene da coltivare e non certo da distruggere. Annunci e decisioni sbagliate possono compromettere la sicurezza dei nostri contingenti impegnati all’estero e la stessa sicurezza dell’Italia e dell’Occidente” hanno dichiarato in una nota congiunta i deputati di Forza Italia della Commissione Difesa della Camera. Casini: “Il ministro Trenta annuncia il nostro ritiro dall’Afghanistan e il ministro Moavero dichiara che non ne sa nulla. Ma in che Paese siamo? Le cose serie, che mettono a repentaglio la vita dei nostri uomini, non possono finire nel ridicolo”. Lo scrive su Twitter Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera. La Russa (Fdi) “Di un possibile ritiro del nostro contingente dall’Afghanistan, lasciando in quella terra soltanto dei militari istruttori, è un’ipotesi che viene sostenuta già da diversi anni, sin dall’ultimo governo Berlusconi ma che mai è stata completamente attuata. Ritengo però doveroso che il ministro della Difesa Elisabetta Trenta porti questa proposta in Parlamento per una sua valutazione” ha dichiarato Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato e senatore di Fratelli d’Italia. Intanto, il Pentagono definisce “incoraggianti” i colloqui di pace con i talebani. Lo ha detto a Washington il capo del Pentagono ad interim, Patrick Shanahan. “Direi che la conclusione da trarre è che è incoraggiante”, ha dichiarato alla stampa il ministro della Difesa Usa ad interim, prima di un colloquio con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il commento giunge dopo che l’inviato speciale Usa Zalmay Khalilzad ha annunciato che Usa e talebani hanno raggiunto una bozza di intesa di principio per un accordo che spianerebbe la strada a colloqui di pace fra i talebani stessi e Kabul. A una domanda su un eventuale ritiro della metà dei 14mila soldati americani dispiegati in Afghanistan, che secondo dei funzionari Usa Donald Trump vorrebbe, Shanahan non ha risposto. Stoltenberg, dal canto suo, ha detto che è “troppo presto” per parlare di un ritiro delle forze Nato dall’Afghanistan.

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