Salvatore Lupo conosciuto meglio come u zzu Totò o Mastru Totò nacque a Cefalù nel 1922 da Francesco e Rosa Garbo. Ultimo di 5 figli: Vincenzo, Giuseppe, Rosamaria detta Mariuccia. Sin da piccolo Totò cominciò a fare il manovale diventando poi muratore ma non si sottrasse mai ad altri tipi di lavoro, fece anche il falegname, il pescatore ed altri mestieri. Durante la seconda guerra mondiale fu imbarcato su un cacciatorpediniere e ricevette due encomi al merito di guerra per aver svolto i propri compiti con coraggio, abnegazione e sentimento del dovere. Anche se la vita di quei tempi non era nè facile, nè generosa, Totò ha saputo sin da bambino coltivare la passione per la musica ed il teatro facendone parte attiva e donando a tutti la sua disponibilità.
Il suo strumento personale preferito era il tamburo ma se necessario suonava anche la cassa ed i piatti. Iniziò negli anni del dopoguerra a suonare nella banda musicale di Cefalù e continuò fino a tarda età. Il suo tempo libero lo dedicava all’azione cattolica nella realizzazione di presepi, alla partecipazione della “Fruottola” e della “ninariedda” e tant’altro. Insieme ai suoi compagni portava per le vie di Cefalù e nelle case di parenti ed amici nel periodo natalizio la “ninariedda”. All’orfanotrofio “Regina Elena” di Via Porto Salvo, Totò conosce Rosa Cesare una ragazza orfana di padre. Rosa ha vissuto in orfanatrofio 11 anni dai 7 ai 18 anni.
Il 20 gennaio 1951 alle 8 del mattino Totò sposa la sua Rosa. Il matrimonio viene celebrato con grande emozione degli sposi da sua eccellenza il Vescovo Cagnoni. Purtroppo all’epoca non era permesso fare foto dentro la chiesa. Il loro amore viene coronato dalla nascita di due figlie: Rosa Maria e Giuseppina. Le figlie lo ricordano come un padre presente, buono, affettuoso, coccolone, allegro, comprensivo e sempre speranzoso, non si lamentava mai e ha trasmesso tanti valori e positività che ora fanno parte del loro bagaglio di vita. U zzu Totò Lupo è stato strappato alla vita il 9 dicembre 1989 all’età di 67 anni proprio mentre si stava dedicando alla preparazione del presepe nel Palazzo vescovile. Uscito da casa in perfetta forma non ne ha fatto più ritorno. Restano ora dei bellissimi ricordi ed un’infinita nostalgia in coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.