La Rai ha avviato un’indagine interna sulla prima puntata della trasmissione «Realiti». Lo show, condotto da Enrico Lucci e andato in onda su Rai2 il 5 giugno. «La Rai ritiene indegne le parole su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino pronunciate da due ospiti della puntata di Realiti, andata in onda su Rai2 in diretta» si legge in una nota di viale Mazzini, dove si annuncia anche di aver «avviato un’istruttoria per ricostruire i passaggi della vicenda». «Direttore di rete, conduttore e autori – si legge ancora nella nota – sono stati sensibilizzati sulla necessità di porre la massima attenzione sulla scelta degli ospiti, delle tematiche e sulla modalità di trattazione di argomenti `sensibili´; in coerenza con quanto ogni giorno la Rai testimonia attraverso programmi, eventi speciali e fiction dedicati alla sensibilizzazione della collettività contro la criminalità organizzata e a sostegno della memoria dei tanti martiri delle mafie».
Sulla vicenda interviene il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani che scrive: «La Rai non può fare da vetrina a chi inneggia ai boss e dileggia chi ha pagato con la vita la lotta alla mafia». E ancora, in una nota congiunta con i vertici della Federazione Nazionale della Stampa si legge: «Davvero nessun dirigente della Rai si è accorto della presenza in studio di personaggi che si sono distinti per il loro disprezzo nei confronti di Falcone e Borsellino? O della intervista a chi dedica canzoni allo zio ergastolano, boss al carcere duro per mafia? E davvero la Rai aveva anche previsto per lui il pagamento di una notte in albergo? Siamo ormai arrivati alla `par condicio´ tra mafia e antimafia, dopo aver già tentato di sdoganare quella tra fascismo e antifascismo». «Purtroppo – si legge ancora nella nota di Fnsi e Usigrai – il Contratto di servizio obbliga la Rai al rispetto della Costituzione che è ancora rigorosamente antifascista, antirazzista e antimafia. Siamo certi che il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra vorrà illuminare l’intera vicenda e che l’amministratore delegato Salini troverà modi e forme per ripristinare, sempre e comunque, il rispetto del Contratto di servizio, anche nei confronti di chi ritiene che la missione della propria rete o testata sia quella di “servire” il governo di turno».