Stanno trasformando lo scheletro umano. Un gruppo di ricercatori australiani ha scoperto che nei giovani crescono delle sporgenze ossee alla base del cranio, proprio sopra il collo. Due scienziati australiani hanno analizzando con i raggi X il cranio di 1.200 persone tra i 18 e gli 86 anni. Hanno notato che il 41% dei giovani tra i 18 e i 30 anni avevano delle curiose spine ossee alla base dell’osso occipitale. Per i ricercatori sarebbero esostosi o entesofiti che si sarebbero formati quale risposta allo stress muscolo-scheletrico causato dalla postura errata per guardare costantemente gli schermi di smartphone e tablet. Alcune di queste sporgenze sono lunghe appena dieci millimetri. Altre sono anche il triplo. «Sono medico da 20 anni – ha commentato alla BBC l’autore dello studio David Sharar che lavora presso l’Università The Sunshine Coas – e negli ultimi dieci anni ho constatato che sono sempre più numerosi i miei pazienti che presentano questa crescita sul cranio».
Dove sono posizionate queste escrescenze?
Dall’analisi dei ricercatori crescono nella parte bassa della nostra testa. In particolare dove si trova l’osso occipitale. Per gli autori della scoperta queste ossa non sono recenti ma sono figlie della rivoluzione tecnologica della mano e della cattiva postura che questi dispositivi provocano nelle persone. A colpire i ricercatori è il fatto che questa volta la degenerazione ossea non colpisce gli anziani, come è sempre accaduto nel passato, ma i giovani. Un altro particolare riguarda il sesso di quanti presentarono queste malformazioni. I maschi presentano, infatti, delle spine più lunghe rispetto alle donne. Il fatto potrebbe spiegarsi da una maggiore massa della testa e del collo ma anche perché c’è una maggiore forza muscolare. «Riconosciamo che fattori come la predisposizione genetica e l’infiammazione influenzano la crescita degli entesofiti – scrivono gli autori – Tuttavia, ipotizziamo che l’uso delle moderne tecnologie e di dispositivi portatili come gli smartphone, possa essere la causa principale delle posture scorrette e del successivo sviluppo di spine craniali più robuste come caratteristica adattativa nel nostro campione».
Queste spine dietro alla testa mettono a rischio la salute?
Per i ricercatori questi allungamenti allo scheletro umano non sarebbero dannosi ma potrebbero essere un sintomo di un problema più grande. In altre parole se il nostro corpo compensa la cattiva postura con queste spine significa che alla base ci potrebbe essere anche lo stress da parte di certe articolazioni e di alcuni muscoli che potrebbero andare verso versi e propri infortuni. «Sebbene la rivoluzione dei tablet e degli smartphone sia pienamente ed efficacemente radicata nelle nostre attività quotidiane, dobbiamo ricordare che questi dispositivi hanno solo un decennio e che i disturbi sintomatici correlati stanno emergendo solo ora – concludono gli autori – I nostri risultati suggeriscono che il gruppo di età più giovane nel nostro studio ha sperimentato carichi posturali che sono atipici in tutti gli altri gruppi di età testati».